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Tassa sui rifiuti, Isernia ancora la meno cara

 ISERNIA. Nonostante il passaggio alla raccolta differenziata, la Tari – almeno quella – rimane tra le meno care d’Italia, a Isernia. Parliamo di tassa sui rifiuti che, come rivela il centro studi di Federconsumatori (Creef), nel 2015 mediamente aumenterà del 2,84 per cento. Tra il 2010 e il 2014 – stima invece il Centro studi – l’aumento medio, per un appartamento di 100 metri quadrati con un nucleo familiare di 3 persone, è stato del 20,65 per cento, pari a 50 euro e di molto superiore all’inflazione (7 per cento). Nonostante tutto, Isernia resta la seconda città capoluogo più economica: 155 euro di spesa media, seconda solo a Cremona (136).

Come riferito dal quotidiano ‘La Repubblica’, lo studio ha preso in esame gli importi della Tari 2014 nelle 110 città capoluogo e  ha messo in evidenza la giungla tributaria prevista per questo prelievo. L’impatto della nuova tassa sui bilanci delle famiglie risulta rilevante, non solo perché le cifre previste sono considerevoli, ma soprattutto perché nelle ultime settimane dell’anno si concentrano anche i termini di pagamento di altri tributi.

“Proprio in questi giorni, infatti, oltre alle scadenze di Tasi, Imu e addizionale Irpef – spiega la nota di Federconsumatori – i cittadini stanno ricevendo anche bollette di acconto o di saldo della nuova Tari 2014. Secondo le nostre previsioni l’incasso complessivo dei comuni ammonterà, per la Tari, a 8 miliardi, con un aumento medio per le famiglie italiane del +2,84% rispetto al 2013, senza considerare la componente servizi indivisibili”.

L’incremento in valore assoluti è di 8 euro, per una spesa complessiva media per la famiglia tipo che passa dai 282 euro della Tares 2013 ai 290 euro per la Tari 2014. L’aumento, però, lievita se si considerano gli ultimi quattro anni: sale al 20,65%, a fronte di un’inflazione nazionale nello stesso lasso di tempo del 7%. “Significa che l’aumento è stato il triplo del’inflazione”, denuncia il vice presidente di Federconsumatori Mauro Zanini. In particolare, l’incremento rilevato è stato del 165% a Reggio Calabria, del 105% a Sanluri, del 73% a Cagliari, del 63% a L’Aquila, del 61% a Palermo, Messina, Matera e Avellino, del +58% a Pisa, del +56% a Pescara e a Trapani e del +54% a Carbonia. Risultano invece in calo gli importi a Cremona (-14%), a Verbania (-13%), a Caserta (-11%), a Cuneo (-9%) ed a Napoli e Udine (-8%).

La classifica delle 10 città più care vede in testa Cagliari con una spesa di 532 Euro. Seguono Siracusa con 502 Euro, Reggio Calabria con 496 Euro, Salerno con 473 euro, Napoli con 463 euro, Catania con 434 euro, Grosseto con 414 euro, Carbonia con 412 euro, Benevento con 409 euro e Carrara con 406 euro. Si paga di meno, invece, a Cremona (con una spesa di 136 Euro), Isernia (155 euro), Udine (161 euro), Brescia e Belluno (175 euro), Vibo Valentia e Ascoli (185 euro), Mantova (186 euro), Verona (190 euro) e Trento (192 euro).

 

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