HomeSenza categoriaRadon all’asilo, cessato allarme ma alunni ancora ‘sfrattati’: protestano i genitori

Radon all’asilo, cessato allarme ma alunni ancora ‘sfrattati’: protestano i genitori

ISERNIA. L’allarme è cessato, eppure nulla si muove. Sono passati due mesi e mezzo dal termine dei rilievi dell’Arpa Molise – con esito negativo – sull’edificio che ospitava la scuola d’infanzia della San Giovanni Bosco nel quartiere San Lazzaro, di proprietà della Cicchetti Industrie Grafiche. Il radon, gas naturale radioattivo che si sprigiona dal terreno e che può nuocere gravemente alla salute, oltre certi valori, è risultato in realtà al di sotto della media. Dunque i bambini della materna, trasferiti dall’autunno 2013, a scopo precauzionale, nella vecchia sede della San Giovanni Bosco in corso Garibaldi, sarebbero già potuti tornare, dal novembre scorso, nella scuola di Viale 3 marzo 1970 senza problemi. Eppure, i piccoli studenti sono ancora allocati nella vecchia sede di corso Garibaldi, con alcuni genitori che protestano per l’eccessivo protrarsi della permanenza. La loro preoccupazione è legata al fatto che la scuola dove si trovano attualmente le sette classi era stata abbandonata nel 2009 a favore di quella di San Lazzaro perché ritenuta sismicamente non sicura. Ma l’amministrazione Brasiello decise per il ‘ritorno alle origini’ confortata dal parere dei tecnici comunali, che garantirono come tale edificio fosse idoneo allo scopo e avesse lo stesso livello di sicurezza statica degli altri plessi scolastici, visto anche lo svolgimento di alcuni lavori di ristrutturazione all’interno. Eppure, ancora oggi, le mamme non si fidano più di tanto: se adesso il gas radon non costituisce più un pericolo per i propri figli, perché rischiare oltremodo? Perché non tornare a San Lazzaro?

Le lungaggini sarebbero derivate dal protrarsi della trattativa tra il Comune e la storica tipografia, che aveva avviato un contenzioso con il Comune dopo aver prima citato per danni l’Arpa Molise. Secondo indiscrezioni, tuttavia, l’accordo sarebbe ormai questione di ore: il Municipio, nella persona del primo cittadino Luigi Brasiello, firmerà una transazione con l’imprenditore Mimmo Cicchetti, a seguito della quale quest’ultimo rinuncerà a qualsiasi pretesa economica nei confronti di Palazzo San Francesco per tutto il periodo di ‘assenza’ degli alunni. Il contratto in essere tra il privato e l’amministrazione (73.200 euro l’anno, Iva compresa) era stato sospeso dal Comune fino al termine dei controlli dell’Agenzia regionale di protezione ambientale. Una tappa praticamente obbligata per il Municipio, considerando appunto il giudizio negativo dell’Arpa e un precedente parere del legale dell’ente, che aveva suggerito all’amministrazione di evitare richiami dalla Corte dei conti. Poiché gli alunni della materna erano tornati nella vecchia sede di corso Garibaldi, il Comune non poteva di certo continuare a pagare il canone di locazione per un asilo vuoto. Ma la Cicchetti Industrie Grafiche, in ogni caso, aveva inoltrato richiesta di pagamento per i due trimestri dell’anno 2014, con Palazzo San Francesco che si era rifiutato di adempiere, ritenendo vi fosse invece inadempimento da parte del locatore e che, dunque, non potesse esservi pretesa al pagamento dei canoni maturati nel periodo di inutilizzabilità dell’immobile. Non solo: il Municipio valutò addirittura l’ipotesi dell’eventuale ripetizione dei canoni versati per l’uso di un immobile ritenuto inidoneo. Circostanze che indussero Cicchetti ad avviare un contenzioso. Se l’accordo sarà siglato, Cicchetti tornerà a percepire il canone di fitto mensile, decurtato tuttavia del 5 per cento per effetto della spending review decretata dalla fine di ottobre dall’amministrazione comunale: tagli del 5 per cento di tutti i contratti con soggetti esterni al Comune, come previsto dalla legge.

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