CAMPOBASSO. Sempre pronto a dire la sua, l’assessore regionale Michele Petraroia. A marcare la sua identità e a prendere le distanze da chi in Regione e a Roma oggi governa il partito. Stavolta è sceso in campo per difendere l’ex leader della Cgil Sergio Cofferati, sotto i riflettori in queste ore dopo aver denunciato presunti brogli alle primarie liguri (che ha perso) e aver annunciato in pompa magna l’addio al Pd.
In una lunga nota Petraroia pone in risalto i sui meriti storici e i suoi limiti. Ma le parole che fanno più riflettere sono queste: “Lo strumento delle primarie ha snaturato il PD e marginalizzato la storia ed i valori del movimento operaio, svuotato di senso la funzione degli iscritti e del partito. Consentire agli avversari del PD di scegliere chi debba essere il segretario del Partito o chi proporre alla guida di una città, di una regione o del Governo, ha accelerato la scomparsa di una cultura politica su cui tutti dovrebbero soffermarsi a ragionare, ripartendo come ci hanno insegnato Di Vittorio, Lama e Trentin dal merito della questione senza cadere nella trappola della demonizzazione della persona onde evitare di dire che il Re è nudo”.
Il bello è che oggi anche il suo Pd, quello molisano, è guidato da due persone che hanno conquistato i vertici del partito e delle istituzioni proprio grazie alle tanto vituperate primarie (Frattura e Fanelli), personalità non proprio legate culturalmente alle stesse idee e visioni dell’assessore a Lavoro. L’ennesima punzecchiatura, che ha lo stesso effetto della benzina sul fuoco e che non contribuisce a rasserenare un clima teso e di reciproco sospetto che regna ormai da tempo nei democratici locali.
Anche se Petraroia conclude il comunicato auspicando una tregua tra Cofferati e i vertici Dem, Civati ha già colto la palla al balzo per definire come una “ipotesi concrete” la nascita di un partito di scissionisti alla sinistra del Pd. Un approdo a questo punto naturale pure per l’attuale numero 2 della Giunta regionale.
E a proposito di Giunta: i soliti ben informati e addetti ai lavori affermano che quasi sicuramente il tanto chiacchierato “tagliando” avverrà ad ottobre, praticamente a metà mandato. Ma c’è pure chi si spinge oltre e profetizza una fuga in avanti da parte del governatore, pronto ad abbandonare la strategia dell’attesa e a cambiare subito almeno metà della sua squadra per dare un impulso diverso alla legislatura. Chi ha assistito all’ultima seduta di Palazzo Moffa non ha potuto fare a meno di notare una certa tensione tra le file dell’esecutivo. E tra quelli che potrebbero perdere il posto figura in pole position, guarda caso, Michele Petraroia. Ma a rischio ci sarebbe pure Massimiliano Scarabeo, altro ormai storico ‘avversario’ interno del presidente della Regione.