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Ittierre, Ikf migliora l’offerta: 40 dipendenti subito

PETTORANELLO DEL MOLISE. Punta forte su Ittierre Mario Galetti, patron del fondo d’investimento Ikf, che rilancia la sua offerta di acquisto per Oti, le Officine tessili italiane. Il gruppo milanese, nella nuova proposta formulata, ha migliorato la propria offerta sia sotto il profilo economico che sotto quello occupazionale, arrivando a riassumere subito 40 unità. Nel dettaglio, Galetti vorrebbe rilanciale lo stabilimento di Pettoranello attraverso una nuova struttura imprenditoriale molto snella ma efficiente, che esternalizzi buona parte dei servizi. Una sorta di centro strategico direzionale e progettuale, cui spetti il compito di coordinare le attività produttive esternalizzate. In buona sostanza gli ex dipendenti Ittierre – sarte, stilisti, addetti alla logistica – dovrebbero riunirsi in forma cooperativa e produrre per la casa madre, con la possibilità di subentrare nell’affitto dei capannoni produttivi della Ittierre già locati dalla gestione commissariale.

Tale nuovo modello organizzativo razionalizzerebbe i costi di produzione per la casa madre, sollevandola dal gravoso costo del personale, oltre a garantire un immediato reimpiego di parte degli ex dipendenti. La ricetta sembra essere quella tipica utilizzata dalla holding lombarda che, nella sua mission aziendale, punta a ristrutturare e rilanciare aziende che, seppur in crisi, abbiano le giuste potenzialità per rinascere sui mercati internazionali. Proprio come la ristrutturazione che Ikf ha operato per il Lanificio Botto, storico marchio tessile biellese del tessile maschile, attivo dal lontano 1911 e acquisito nell’ottobre del 2013.

Dopo appena un anno di nuova gestione Galetti, il Lanificio Botto, sotto la formula dell’affitto di ramo d’azienda, ha raggiunto il pareggio di bilancio, un giro d’affari di circa 1,2 milioni di euro al mese e 110 dipendenti tornati al lavoro. Il prossimo obiettivo è quello di raggiungere l’utile netto. Per centrare il quale la società biellese ha anche acquisito, nel settembre scorso, anche il 60% di Lanerie Piero Tonella (tessuti per l’abbigliamento da donna).

Il fine della maison guidata da Galetti, che è quello di riunire sotto un’unica regia imprenditoriale parecchi grandi marchi del fashion made in Italy per costruire un polo denominato ‘Casa Italia’, sembra proprio coincidere con gli intenti dell’assessore regionale alle Attività Produttive, Massimiliano Scarabeo. Ovvero, rilanciare il polo tessile e della moda molisano, integrandolo con un progetto industriale ambizioso e di ampio respiro proprio come quello portato avanti da Ikf.

Francesco Clemente

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