HomeSenza categoriaRiforma della scuola: L’Anief a muso duro contro i sindacati confederali

Riforma della scuola: L’Anief a muso duro contro i sindacati confederali

ISERNIA. L’Anief, associazione sindacale professionale, non ci sta e critica la posizione assunta negli ultimi giorni dalle maggiori sigle sindacali. Dopo essere stati pressoché assenti nel dibattito sulla riforma della scuola Renzi-Giannini, non producendo nessuna informazione sulle linee guida prima e sul disegno di legge poi, adesso si sarebbero svegliati dal torpore. Infatti, sui maggiori quotidiani nazionali le sigle confederali stanno’pubblicizzando’lo sciopero nazionale di categoria per il prossimo 5 maggio. Peccato che sia ormai tardi per coinvolgere attivamente le parti in causa nel formulare proposte di modifica sostanziali al disegno di legge. I 2000 emendamenti presentati, in gran parte dal M5Stelle, rischiano di non essere accolti. Infatti, il Governo ha deciso di collegare il disegno di legge sulla scuola al Def (al documento di economia e finanza, che sarà votato giovedì a Montecitorio). Questo comporta che tutti gli emendamenti senza copertura verranno cancellati in automatico dalla Commissione Bilancio. “Aggiungendo quelli che verranno – come affermato dalla senatrice Chimienti dei 5 Stelle –dichiarati non ammissibili, già nella giornata di oggi dovrebbe avvenire una prima consistente scrematura che ridurrà notevolmente il numero delle proposte di modifica e velocizzerà l’iter”.
“Ci vuole coraggio – hanno dichiarato dal coordinamento regionale Anief Molise – la discussione sul ddl scuola in parlamento è in calendario per il 10 maggio e da quel momento non sarà più emendabile. Il 24 aprile è il giorno in cui prenderà il via l’esame degli emendamenti ad Disegno di legge 2994 ‘La Buona Scuola’ in parlamento. La discussione, inizierà il 23 aprile, giorno di approvazione del Documento di economia e finanza. Pertanto, la mobilitazione per convincere il Parlamento e il Governo a ritirare o a emendare il testo deve partire subito. L’ideale sarebbe con lo sciopero del 24 aprile proclamato da Anief, ‎Unicobas e USB, a cui hanno aderito altre cinque sigle sindacali. Per non rischiare di scioperare il 5 maggio, con un testo ormai blindato dalla tempistica per l’assunzione dei precari.Il Governo ha la chiara intenzione di blindare il testo con l’abbinamento della riforma al Documento di economia e finanza. È evidente che sarà approvato con pochissime modifiche, se non ci sarà una risposta forte del personale della scuola fin dai primi giorni della votazione degli emendamenti”.
“Eppure – si legge nel comunicato Anief – in vista dell’uscita della sentenza della Corte Europea di Giustizia, sarebbe bastato disporre le assunzioni con un decreto e rinviare tutto il resto a un dibattito democratico. Invece il paventato decreto legge urgente sulle assunzioni, proprio in concomitanza con le elezioni Rsu, che hanno rassicurato la casta sindacale, si è trasformato in disegno di legge, senza alcuna vera opposizione da parte dei soliti sindacati. E infatti, non soltanto CGIL, CISL, UIL, SNALS e GILDA si limitano ad uno sciopero tardivo preceduto dal nulla, da nessuna campagna di informazione sui contenuti né di opposizione né propositiva, ma danno anche ordine alle loro Rsu (rappresentanza sindacale unitaria elette e non parte del loro apparato) di non fare assemblee in questo momento cruciale, ma di delegare tutto ai rappresentanti territoriali, liberi di decidere se, come e quando entrare nelle scuole a sostenere se stessi. A ciò si aggiunge il rifiuto di presentare proposte, migliorative della riforma della scuola, in commissione cultura: 90 emendamenti sono stati presentati dall’Anief. La democrazia sindacale sembra non esista, ora si appellano al trito ‘l’unione fa la forza’ che vede da una parte il partito unico e dall’altra il sindacato unico”.
“Noi abbiamo partecipato alle elezioni – concludono dall’associazione sindacale professionale – senza neanche poter presentare il nostro programma elettorale grazie alle regole da loro stabilite esclusivamente per conservare il loro monopolio. Le stesse regole che non ci consentirebbero di partecipare neanche alla contrattazione decentrata pur nelle province o regioni dove avessimo raggiunto il quorum. Loro sarebbero rappresentativi anche a voti zero, noi, invece, non abbiamo diritti, pur avendo raddoppiato il risultato elettorale e triplicato gli eletti. Come se non bastasse non si possonoindireassemblee in orario di servizio, seppur sia un diritto sancito sia dallo Statuto dei lavoratori sia dallo stesso accordo nazionale quadro sulla costituzione delle Rsu. Prova ne sono le 14 sentenze favorevoli ottenute a tal riguardo da altro sindacato non rappresentativo, l’Unicobas. Credete davvero che gente avvezza a questi metodi antidemocratici intenda difendere con forza i nostri diritti con la solita mega-manifestazione catartica indetta nel bel mezzo del deserto informativo e propositivo nel quale hanno vagato per mesi? Eccezion fatta per la girandola di assemblee tutte svolte nella settimana precedente le elezioni al solo scopo di chiedere il voto”.

FC

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