HomeSenza categoriaI Misteri e l'invasione di abusivi, la "mission impossible" del Comune

I Misteri e l’invasione di abusivi, la “mission impossible” del Comune

CAMPOBASSO. L’evento popolare-religioso più importante di Campobasso, insieme con la processione del Venerdì Santo, è alle porte, con il carico di attese, attenzione e polemiche che sempre lo precede; la sfilata dei Misteri porterà migliaia di turisti e curiosi in città, ma altrettanti commercianti ambulanti ed abusivi. L’amministrazione comunale aveva promesso di limitare l’invasione di bancarelle e, soprattutto, di abusivi, promettendo tolleranza zero verso chi cercherà di vendere mercanzia senza prenotare gli spazi a pagamento; da un lato, forse, riuscirà nell’intento (250 posti prenotati non sono tantissimi, ammesso che non se ne aggiungano altri all’ultimo momento), ma dall’altro già registra una prima mini sconfitta, se è vero che gli abusivi nottetempo hanno già segnato i posti ‘a gratis’ da occupare, utilizzando addirittura la vernice, in barba a leggi, regolamenti e probabili controlli. Si era detto di inibire al commercio ambulante alcune vie del centro, ma i posti numerati in terra sembrerebbero dire il contrario; si era parlato di maggiore grado di civiltà, con docce e bagni pubblici in abbondanza e, almeno su questo punto, tutti saremo dalla parte dell’amministrazione pubblica, se riuscirà nell’intento. Il sindaco Battista promette il cambio di marcia rispetto all’invasione caciarona che l’amministrazione precedente non ha saputo frenare: l’idea è che non ci riuscirà in pieno e tifiamo almeno per una parziale riuscita nell’intento. Detto questo vorrei parlare di un argomento correlato, il senso ‘deviato’ del ruolo dei Misteri per Campobasso o, se preferite, quello ‘moderno’, e ‘attuale’, che alcuni sembrano preferire e promuovere. La sfilata degli ‘ingegni’ del Di Zinno è stata per decenni un fatto ‘intimo’ per i campobassani. I Misteri erano nostri e di nessun altro, anzi nostri e dei corregionali all’estero o fuori regione, che sono sempre tornati copiosi in quell’occasione. La festa adesso è un evento comunicativo, certo, commerciale ancora di più, dominato dal caos, da odori di fritti, da urla e confusione. Sarà questo il pedaggio necessario da pagare per lo sviluppo e sfruttamento turistico dell’evento? Forse, o forse no. Vi sono varie manifestazioni note anche a livello internazionale, che interpretano e focalizzano l’attenzione solo sull’evento; in diverse città si limita veramente il commercio e la confusione a margine della festa, organizzando le zone, impedendo l’invasione dell’ultima ora, gestendo in maniera razionale le risorse. Anni addietro mi sono recato a Riccione e sulla spiaggia sembrava di vedere pochi venditori abusivi di chincaglierie; tutti sembravano essere spariti improvvisamente. Passeggiando nei pressi di Viale Ceccarini la sorpresa: in un cortile, a ridosso della zona commerciale più florida, erano state installate le bancarelle dei venditori, in maniera organizzata, ma non invasiva e competitiva con il commercio regolare. Tutto pulito, funzionante e, soprattutto, nessuna protesta. Questo credo sia il significato di alto grado di civiltà.

Stefano MANOCCHIO

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