ISERNIA. Tutto pronto per ‘Fuoco, terra, forma’, la mostra degli artisti molisani Sara Pellegrini e Michele Carafa. A cura dell’avvocato e artista Gennaro Petrecca, l’esposizione verrà inaugurata domani pomeriggio alle 18.30 in corso Marcelli 180 e sarà visitabile fino al 18 ottobre prossimo. Particolarissima la location: la mostra si terrà nei locali di ‘Spazio Arte Petrecca’, già sede della nuova galleria d’arte, cultura e coworking ‘Cent8anta’, che sarà la base dell’associazione culturale ‘Le Cose’.

“Ho inteso affidare l’inaugurazione di questo spazio espositivo a due amici artisti volutamente non isernini – ha dichiarato l’avvocato-artista – in quanto, diversamente, avrei avvertito un inevitabile senso di colpa, potendo apparire la mia scelta di predilezione. Nel mio personale intento questo spazio dovrebbe essere un luogo di aggregazione culturale e di scambio di idee, di iniziative di diverso tipo che mi auguro coinvolgano soprattutto i giovani. Sara Pellegrini e Michele Carafa, amanti dell’Arte da sempre, sono entrambi diplomati in scultura presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Vivono ed operano a Termoli, dove nel borgo antico animano con la loro passione un laboratorio minuto, intimo, grazioso nella sua architettura atemporale, infinitamente grande per l’atmosfera che in esso aleggia, tra calchi, volti, stampe, ceramiche in lavorazione e materiali inerti in attesa di prendere forma.

Sara Pellegrini è una ricercatrice oltre che un’artista, quasi maniacale nella ricerca dei materiali, nella sperimentazione degli accoppiamenti degli stessi e dei colori, una rabdomante di nuove forme espressive, perfetta anche nelle deposizioni materiche, che, pur sembrando casuali, rispondono ad una ispirazione concettuale profonda. Dalle opere esposte traspare una personalità multiforme, poliedrica, i cui stati d’animo emergono impetuosi nelle terre, nei cobalti, nei piombi, nei materiali che si sovrappongono alla ricerca di nuovi schemi espressivi. Emerge con forza, nei suoi lavori, la forza distorsiva della fiamma, del fuoco che permea la sua personalità, della necessità di trasporre la propria energia su tela, iuta, tavole, su qualsiasi elemento adatto a contenere tanta energia. La trasversalità dei tagli, la schematicità delle figure geometriche impresse, l’alternanza simmetrica dei motivi fungono quasi da contrappeso a questa violenza espressiva, quasi una ricerca di pace interiore in un mondo in continuo divenire.

Michele Carafa, raffinato scultore del bronzo, del marmo e della terra è un delicato artista, sensibile nell’anima e mite nel carattere e nella personalità con tratti quasi mistici. Per Carafa l’Arte diventa espressione di purezza, di perfezione stilistica, di tecnica sopraffina. La sua produzione artistica di tipo liturgico è imponente, caratterizzante e nello stesso tempo innovativa ma rispettosa dei luoghi, i bassorilievi sono animati da una nobiltà di espressione sia nei bronzi che nelle ceramiche. Insomma, l’arte per Carafa è la ricerca scrupolosa della perfezione nell’esecuzione, del senso del compiuto che le sue opere ed i suoi interventi contribuiscono ad imprimere ai siti di destinazione. I lavori in terracotta e in ceramica, dai quali sono stato attratto come Ulisse dalle Sirene, rispecchiano questa delicatezza interiore, nella nobiltà quasi ieratica delle loro pose sono autentici gioielli, forme e corpi che fermano il tempo o dallo stesso sono pietrificati. Potrebbero essere dei reperti di Ercolano, di Pompei, sono oggetti senza tempo, ravvivati da colori tenui, da tonalità pastello delicatissime, che le rendono animate nella loro semplicità. Opere che lasciano intravvedere la loro anima, la intima sofferenza, l’allegria, la naturalezza di un gesto fermato quasi in uno scatto fotografico alla Bresson.

Nel ringraziare Sara e Michele mi auguro vivamente che questa costituisca la prima di una serie di esposizioni ed eventi che potranno animare Isernia, d’ora innanzi. Senza cultura, senza la circolazione delle idee, senza poter avere contezza del bello siamo tutti condannati alla solitudine esistenziale, a vedere i nostri sogni andare in frantumi, relegati, nell’orrore del quotidiano. Ed io – conclude Petrecca – invece, voglio continuare a sognare con tutti voi”.

Gennaro Petrecca