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Isernia, tagli ai presidi sicurezza: il Siap dice no alla desertificazione del territorio

ISERNIA. Il segretario provinciale del Siap (sindacato italiano appartenenti polizia), Antonio Pelle, non ha risparmiato critiche alla bozza di decreto di riorganizzazione dell’amministrazione dell’Interno sul territorio. A causa della cosiddetta spending review, la provincia di Isernia perderà prefettura, questura e Comando provinciale dei vigili del fuoco in un sol colpo. Accorpamenti che innescheranno il riordino anche degli altri presidi delle forze dell’ordine, dei carabinieri e della finanza.

“Ritengo devastanti le anticipazioni contenute – ha esordito Pelle – nello schema di decreto di riorganizzazione del ministero dell’Interno e dei suoi Dipartimenti, a cominciare proprio da quello della pubblica sicurezza, oltre ad un non meglio specificato assorbimento della polizia penitenziaria e della Forestale in altri corpi di polizia”.

In un momento di forte difficoltà per l’Italia, con l’escalation del terrorismo internazionale e l’immigrazione selvaggia, il Governo decide di fare cassa sulla pelle dei cittadini tagliando proprio sul sistema sicurezza. “E’ un disegno scellerato e pericoloso – ha aggiunto il segretario provinciale del Siap – per il sistema sicurezza del Paese senza che i costi della politica vengano mai abbattuti, questa è la verità. Smettiamola di considerare che la sicurezza sia un costo, non si può assolutamente accettare che, in virtù di una crisi economica, il Governo adotti politiche di arretramento dello Stato”.

L’integrità di un intero territorio che rischia di non essere affatto preservata da chi, invece, sulla carta va predicando il suo rilancio grazie al riconoscimento dell’Area di crisi. Il Molise sta diventando il luogo attraverso cui fare cassa, racimolare pochi spiccioli che saranno concessi ad altri territori. “Del reiterato maltrattamento della Provincia di Isernia – ha annunciato il sindacalista – ne chiederemo conto ai parlamentari che sostengono il governo e proporremo in Consiglio regionale un atto formale che impegni il governo regionale ad assumere tutte le iniziative utili per evitare l’ulteriore desertificazione nei servizi fondamentali. La chiusura dei presidi di legalità è un disinvestimento da irresponsabili per la gioia di tutti i criminali, ben felici di conquistare territori nuovi”.

Tagli che, come già accennato, porteranno in cassa solo pochi spiccioli dal risparmio per il fitto degli immobili. Basterebbe trasferire i presidi interessati in strutture di proprietà pubblica, ottenendo lo stesso risultato economico ma non incidendo drammaticamente sui livelli di sicurezza dei cittadini. “Sono certo che la destrutturazione del sistema sicurezza – ha concluso Pelle – unita al blocco del turnover e alla cronica carenza di organico degli appartenenti alle forze dell’ordine, con la chiusura degli uffici periferici porterà gravissime conseguenze, soprattutto sociali, in questo particolare momento di massima emergenza in materia di gestione dell’immigrazione”.

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