ISERNIA. E’ deceduta in circostanze tutte da chiarire, stamattina presto, una donna di 61 anni ricoverata presso l’ospedale di Isernia. Originaria di Agnone, ma residente da anni nel capoluogo pentro, dove era impiegata presso gli uffici del ministero dei Beni e delle Attività culturali e del turismo, la signora era finita in Pronto Soccorso al ‘Veneziale’ per il protrarsi di problemi di natura gastrointestinale.

Lì è rimasta per ben quattro giorni, nella vana speranza che si liberasse un posto letto nell’ormai falcidiato ospedale di Isernia. Così non è stato: e stamani, inaspettatamente, la donna è deceduta. Gli operatori del Pronto Soccorso – costretti ormai a lavorare anche 12 ore di seguito, con un solo medico di notte e senza la possibilità di raddoppiare i turni – hanno prontamente segnalato l’accaduto in Direzione sanitaria, chiedendo l’autopsia sulla 61enne per chiarirne la causa di morte. L’esame, a cura del medico legale Massimiliano Guerriero di Campobasso, è stato disposto per domattina.

L’episodio – qualora ce ne fosse bisogno – dimostra ancora una volta lo scientifico impoverimento della sanità pubblica, con il reparto di urgenza costretto a fare i salti mortali dopo la decisione, nel 2015, di inviare i dirigenti medici del Pronto Soccorso di Isernia, dove abitualmente passano circa 26mila pazienti all’anno, presso il Pronto Soccorso di Venafro, dove i passaggi annuali non arrivano a 6mila. Senza contare la diminuzione dei posti letto, tagliati costantemente – come avverrà anche quest’anno, stando ai piani operativi presentati proprio oggi in Consiglio regionale – a discapito dell’utenza.

Ora, sulla morte della 61enne, si attende che possa far luce l’autopsia.