ISERNIA. Pino Gagliardi resterà a fare l’ortopedico. Alla professione di sempre, rinunciando a candidarsi sindaco di Isernia. Il medico, dunque, declina ufficialmente l’invito del Pd. O Meglio, di una parte del Pd. E, nel suo ‘commiato’ politico, fa nomi e cognomi. E spiega cos’è che è andato storto. “Premetto di ringraziare sentitamente coloro i quali mi hanno proposto la candidatura a sindaco di Isernia – scrive Gagliardi in una nota – e, con essi, anche le tante altre persone, sia politici che comuni cittadini, che hanno condiviso con sincero entusiasmo questa proposta. Tuttavia, avevo posto sin dall’inizio la condizione che la mia candidatura trovasse la condivisione, quanto meno del Partito Democratico, che è poi il partito principale della coalizione, e ciò sia perché le due precedenti amministrazioni sono cadute proprio a seguito delle divisioni interne alla stessa coalizione di centrosinistra, sia perché, quale uomo della società civile, non appartengo a una o altra parte di un partito”.
Poi la frase che dovrebbe far riflettere più di qualcuno:“Né tanto meno – ancora il medico isernino – intendo divenire lo strumento di beghe e personalismi dell’una o dell’altra parte di un partito”.
Ma chi? Gagliardi lo dice senza peli sulla lingua: “Ad oggi, la delegazione parlamentare del Pd, fatta eccezione per l’onorevole Laura Venittelli, non ha ritenuto di aderire alla proposta della mia candidatura o comunque di formularmene altra analoga”. Ruta e Leva, dunque, non hanno voluto accordarsi con la il governatore Paolo Frattura e con l’assessore Pierpaolo Nagni, considerati i principali sostenitori del professionista pentro.
Inevitabile la conclusione dell’ortopedico, che si congeda con grande signorilità: “A questo punto, non essendosi verificata la condizione di cui dicevo, non mi resta dunque che trarne le relative conclusioni, rinunciando alla candidatura. Continuerò a svolgere con passione la mia professione di sempre. Ringrazio tutta la stampa per la cortese attenzione dedicatami in questo periodo”.
