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Strappi in maggioranza, Niro affronta Frattura: “Non ci caccia ma ci costringe a lasciare”

Si susseguono le polemiche sull’Egam e sul famigerato pranzo tra Frattura e i suoi fedelissimi. L’ex presidente del Consiglio sbotta contro il governatore


CAMPOBASSO. Un incontro conviviale che ha assunto i toni della commedia e, a tratti, del dramma, quello consumato nei giorni scorsi a Campobasso dal presidente della Regione Paolo Frattura e dalla maggiornaza consiliare, monopolizzando il dibattito politico-amministrativo. Nella sostanza, all’indomani del voto sull’Egam (l’Ente per la gestione delle acque in Molise), dai più ritenuto quale primo passo verso la privatizzazione dell’acqua, si sarebbe consumato un ulteriore strappo nella maggioranza, sugellato da una cena organizzata del governatore, che avrebbe escluso i cosiddetti dissidenti: Francesco Totaro, Michele Petraroia, Massimiliano Scarabeo e Vincenzo Niro. Per il presidente della Regione il ‘caso non esiste’. Si sarebbe limitato a dire che lui non avrebbe escluso nessuno, gli altri si sarebbero ‘chiamati fuori’. Affermazione riportata dall’ex presidente del consiglio Vincenzo Niro che ha sbottato.

“Chiarito che, con riferimento alla legge istitutiva dell’Egam, – ha detto il consigliere – ho presentato vari emendamenti per modificare un testo che ritenevo illegittimo, sia perché frequentemente concede alla Regione di invadere ambiti di competenza degli enti locali, sia perché presenta considerevoli lacune di ordine giuridico, finanziario e patrimoniale, non comprendo da cosa mi sarei chiamato fuori. Non posso non manifestare il mio dubbio che il presidente della giunta, – conclude – facendo tesoro dell’esperienza del Pd a livello nazionale, voglia elevare a sistema il principio per cui ‘io non ti caccio ma ti costringo ad andartene’”.  L’irritazione di Niro non sembra isolata. Anche Francesco Totaro, ora Mdp, in occasione dell’ultima riunione del Consiglio regionale ha ‘pungolato’ Frattura sempre in riferimento all’ormai famigerato pranzo. Per l’esponente di ‘Articolo Uno-Democratici e Progressisti’, ancora parte integrante, in teoria, della maggioranza di governo, si sarebbe trattato di una “riunione di corrente”. Rendendo esplicito, se ancora ce ne fosse bisogno, il proprio malcontento.   

Alessandra

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