Lo ha deciso la Corte d’Appello di Campobasso, per la quale anche in caso di assenza arbitraria andava disposta una sanzione, ma non l’allontanamento dal lavoro
CAMPOBASSO. Autista della Seac licenziato per presunta assenza arbitraria, il Tribunale di Campobasso lo reintegra nel posto di lavoro. Questa la decisione presa dalla Corte d’Appello di Campobasso, (presidente Vincenzo Pupilella, giudice relatore Margiolina Mastronardi), in riforma della sentenza del Tribunale del lavoro di primo grado, giudice Barbara Previati e a conferma dell’ordinanza sommaria emessa da Laura Scarlatelli.
Secondo i giudici di secondo grado il lavoratore era stato licenziato illegittimamente dall’azienda, in violazione delle norme di legge e del contratto nazionale di lavoro, col presupposto che avrebbe fruito arbitrariamente di un giorno di permesso per motivi sindacali. Licenziamento disposto dopo che la ditta aver anche fatto pedinare il lavoratore da un investigatore privato.
Gli avvocati difensori Vincenzo Iacovino e Claudio Fasciano hanno invece sostenuto che il lavoratore era rimasto a casa, a svolgere attività sindacale per l’esame dei documenti contabili, visto il suo ruolo di revisore dei conti ed in vista di una successiva assemblea.
La Corte d’Appello, accogliendo la tesi dello Studio Legale Iacovino, ha ritenuto che l’utilizzo per finalità diversa dei permessi giustifica il venir meno dell’obbligo retributivo del datore di lavoro ma non la sanzione per assenza arbitraria. Tra i punti osservati anche il fatto che la società, nonostante avesse licenziato il dipendente per venir meno del vincolo fiduciario, facendo svolgere al lavoratore il compito di autista, per 2 mesi oltre la conoscenza della sentenza, ha determinato acquiescenza al licenziamento. Soddisfazione per la decisione dei giudici d’appello hanno espresso il lavoratore e i suoi legali.
