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Isernia, i capigruppo di maggioranza: “Spaccatura evidente con Lombardozzi. Ne tragga le conclusioni”

Una considerazione senz’appello, cui fa da contraltare la scelta della maggioranza, che gli stessi capigruppo difendono quale espressione di una volontà politica forte. “Sicuramente libero – si legge ancora nel comunicato – si appalesa il voto dei consiglieri che hanno approvato, nella circostanza, la deliberazione relativa, quale scelta politica riflessa e responsabile, come esige ogni assunzione di un munus publicum, tanto da andare contro un parere tecnico. Cosa non usuale e ma non impossibile. Sarebbe ozioso indugiare sull’oggetto della deliberazione, almeno in questa sede, ma giova osservare che la votazione in parola, nella prospettiva del miglior perseguimento dell’interesse pubblico, è stata il trionfo della politica, sia per il voto a favore che per il voto contrario, con i distinguo e le precisazioni che precedono”. Ed ecco un nuovo affondo. “Posto, quindi, che il sistema democratico vuole che una maggioranza governi e una minoranza controlli e funga da garanzia, non pare dubbio che prendere le distanze da un’uniforme e condivisa posizione politica su temi importanti per la vita del Comune, ad opera di un amministratore proveniente dalle file della maggioranza, rivestito di una carica rappresentativa, non può essere senza conseguenze”. Seppure non esplicito, l’invito al passo indietro rivolto a Lombardozzi sembra chiaro. Certo è che tale nota suona sempre più come una resa dei conti.

E il ragionamento prosegue, ancora più ficcante. “D’altra parte – insistono i capigruppo – la motivazione di un voto tecnico contrario non regge alla prova dei fatti. È parso dalle dichiarazioni sulla stampa che il dissenso sia stato determinato dalla convinzione che la proposta della maggioranza consiliare non andasse in direzione degli interessi dei cittadini. In altre parole, la delibera approvata non sarebbe frutto di buona amministrazione. Anche questa affermazione, vero o non vera, è rispettabile perché dialetticamente posta, ma a-posteriori. Di talchè, non si tratterebbe più di un ‘voto tecnico’ ma di un più genuino e vero voto politico, che mette ancor più distanza tra la maggioranza e il presidente del Consiglio, come se egli fosse fosse l’unico garante della cosa pubblica e come se gli altri amministratori non abbiano di mira lo stesso interesse pubblico”.

Pertanto, si traggono le conclusioni: “La frattura è evidente, scrivono gli esponenti della maggioranza consiliare, che affrontano – come su anticipato – anche il tema della presunta esistenza di una ‘regia occulta’ dietro le frizioni palesatesi al Comune di Isernia. “In ordine alle altre affermazioni presidenziali quali ‘regia occulta’ et similia, – dicono, non lesinando ulteriori stoccate – non mette conto considerarle qui ed ora. Esse non risultano agli scriventi. Divagazione per divagazione, forse va confessato che l’elezione del presidente del Consiglio, a suo tempo, fu viziata perché originata da una norma statutaria e regolamentare errata. Destò meraviglia il fatto che le amministrazioni passate non se ne fossero accorte; la cosa si fermò lì. I rimedi giurisdizionali sono sempre il fallimento della politica. Il Consiglio comunale è una ‘civica magistratura’ come ai tempi di Dante, e attraverso i mezzi della ‘giustizia domestica’ si possono riparare gli errori di natura politica e amministrativa”.

Infine, la richiesta. “E, dunque, i gruppi consiliari di maggioranza, nell’esprimere al presidente del Consiglio comunale stima e considerazione dal punto di vista delle relazioni personali e umane, sono concordi nel ritenere che sarebbe gesto nobile se il presidente traesse le opportune conseguenze allo stato dei fatti. In questa vicenda di vita comunale non ci possono essere vincitori o vinti, ma semplicemente l’emergenza di una presa di coscienza critica della realtà, facendo chiarezza nei ruoli e nelle funzioni connesse a un mandato politico interno al Consiglio che, quando è messo in discussione, deve serenamente autorinnovarsi, nell’interesse di tutti”.

Ogni ulteriore considerazione spetta, a questo punto, al diretto interessato.      

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Alessandra

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