Presso il Polo museale un team di esperti internazionali ha illustrato le attività condotte sul territorio: studiate oltre cento fortificazioni
VENAFRO. Circa un mese di ricerche e oltre cento fortificazioni sannite studiate nella campagna archeologica tedesca che ha inteso restituire alla città di Venafro un pezzo della sua storia. Parliamo di “Venafro Project”, progetto di respiro internazionale, condotto da un team di studenti delle Università di Berlino e Heidelberg, con la collaborazione di una ricercatrice dell’Università del Michigan. I primi risultati del lavoro sono stati illustrati presso il Museo Archeologico di Venafro nell’ambito di un evento, organizzato dal responsabile del Polo Museale del Molise Davide Delfino, nel corso del quale i numerosi presenti hanno avuto la possibilità di interagire e confrontarsi direttamente con l’equipe di ricercatori. Arianna Zampelloni, Neele Theuner, Jonas Leiding, Robert Stiehler, Angela Di Costanzo e Diletta Venturi: questi i componenti del team, coordinato da Alexander Hőer, che ha concentrato le proprie attività sui territori di Venafro e Conca Casale, in particolare sul Monte Santa Croce. Ricerche partite da studi bibliografici, cartografici e toponomastici, e sfociate in una ricognizione archeologica sul campo, direttamente nei luoghi in cui sono ancora visibili le tracce lasciate dal popolo sannita, considerato il principale ostacolo all’espansione dei Romani. Il team di esperti si è avvalso di una ricca e variegata strumentazione per condurre il lavoro: dagli strumenti più tradizionali alle moderne tecnologie. Per velocizzare la raccolta dati, infatti, sono stati impiegati sistemi GPS e GIS Mapping. Fondamentale l’apporto fornito da Icarus, definito dagli stessi ricercatori un vero e proprio componente dell’equipe. Icarus è un drone Phantom 3 Advanced la cui collaborazione – hanno detto i giovani studiosi – è stata davvero preziosa. Presenti alla conferenza stampa anche i Sindaci di Venafro e Conca Casale, Comuni protagonisti della ricerca italo/tedesca. “Siamo sempre aperti e felici quando ci sono dei contributi che ci aiutano a capire meglio la nostra storia”: ha affermato Antonio Sorbo. “Un progetto che merita l’interesse degli amministratori e anche un modo per far conoscere il nostro territorio”: gli ha fatto eco il primo cittadino di Conca Casale, Luciano Bucci, attivatosi in prima persona accompagnando spesso il gruppo di studiosi alla ricerca di fortificazioni sannite sulle montagne che conosce molto bene. Luoghi che, per un mese, hanno accolto i giovani ricercatori trasformandosi nella loro casa. Il gruppo ha infatti manifestato la forte volontà e il grande desiderio di tornare in Molise per proseguire il proprio lavoro. Tutti i componenti del team, infatti, hanno affermato di aver apprezzato moltissimo il territorio molisano, non solo per motivazioni legate all’aspetto lavorativo.