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Sanità, esplode la rabbia dei precari storici: “Nulla è stato fatto per noi”

“Si tenga presente – prosegue la lettera dei precari storici –  che per la carenza di personale rientrante nella suddetta area  – carenza che da più di 20 anni persiste e si aggrava sempre di pù, considerati i copiosi pensionamenti intervenuti in questo arco temporale – viene utilizzato il personale sanitario che comunque, per convenienza, non è intenzionato a farsi cambiare la propria qualifica, continuando a mantenere tutte le agevolazioni, comprese le varie indennità, previste dal proprio contratto. Per non parlare della progressione di carriera che gli viene consentita per le mansioni che di fatto essi non svolgono.Tutto questo nella totale indifferenza da parte della Direzione Aziendale Asrem, dei Dirigenti preposti, degli altri organi istituzionali, di alcune organizzazioni sindacali, che non riescono a garantire l’applicazione delle norme giuridiche, forse perché occupati a mantenere d’occhio le proprie poltrone e privilegi.

Vogliamo una politica seria che affronti una volta per tutte il problema. E’ veramente frustrante e mortificante dovere apprendere che il presidente di questa Regione e gli assessori della Giunta regionale si sono preoccupati di adottare un provvedimento di Giunta regionale, il n. 452 del 28 novembre 2017, con il quale deliberano il piano occupazionale dell’apparato organico regionale per figure di tutte le diverse professionalità tecnico-amministrative, compresa la dirigenza, applicando l’istituto della stabilizzazione di cui ai Decreti legislativi n.75/2017 e n.165/2001, ricomprendendovi anche l’area G che riguarda la sanità (in altre parole, preoccupandosi di tecnici, informatici e amministrativi che lavorano nell’area della sanità in regione e trascurando invece le stesse categorie professionali che lavorano a diretto contatto con l’utenza negli ospedali, negli uffici, nei distretti, nei dipartimenti dell’Azienda Sanitaria unica regionale).

Non è accettabile e corretto, oltre che illegittimo, che chi governa questa regione agisca in modo difforme nei confronti del personale precario, ignorando coloro che da anni sono stati contrattualizzati con contratti flessibili e atipici e che ogni giorno hanno lavorato al fianco di dipendenti pubblici di ruolo, sono stati considerati ‘di passaggio’, sfruttati nelle capacità possedute, senza avere diritto a congedi, agevolazioni e trattamenti economici commisurati alla professionalità posseduta e al tipo di lavoro svolto.

Vogliamo sperare che questa volta ci sia offerta la possibilità di partecipare alle procedure che il legislatore nazionale ha previsto, ma che presuppongono la volontà degli organi regionali a metterci in condizione di parteciparvi, per dimostrare che anche la nostra regione, tanto bistrattata, ha considerazione dei precari, dei giovani e non giovani che vorrebbero spendere la loro professionalità a solo vantaggio della propria terra. Dalla politica e da chi riveste ruoli istituzionali ci aspettiamo che capiscano, che condividano le ragioni del nostro malcontento e che si convincano dell’urgenza di un provvedimento volto a sanare una situazione oramai divenuta inaccettabile. Ci aspettiamo che il presidente attui un piano programmatico di stabilizzazione per il personale precario che preveda l’assunzione nei ruoli regionali e aziendali di tutti noi e una gestione delle risorse pubbliche più oculata e trasparente, da realizzare in tempi contenuti, senza l’atavico rinvio al ‘dopo elezioni’ troppe volte sentito e troppe volte sofferto.

Chiediamo che anche nella nostra regione le norme sul superamento del precariato siano applicate a favore di tutti i precari delle diverse amministrazioni regionali, ivi compresa l’Asrem, e che ci sia restituita la dignità di lavoratore con doveri e soprattutto diritti, tanto sfruttati da chi ha avuto la fortuna di essere assunto come dipendente e che, da tanti anni, preferisce stare a casa per malattia, benefici 104, permessi politici e sindacali. Vogliamo continuare a lavorare, ma con la dignità di lavoratori. Meritiamo le stesse attenzioni degli altri precari. Malgrado tutto, siamo ancora fiduciosi di avere una giusta considerazione, da parte di qualche persona competente e di politici disposti ad avere un confronto valido.

Per questo – concludono i precari – chiediamo un tavolo tecnico che si occupi solo degli appartenenti alla categoria dei bistrattati della Asrem, ovvero operatori a progetto, con contratti di lavoro flessibile e co.co.co., già in possesso comunque dei requisiti per partecipare alle procedure previste dal Decreto Madia”.

 

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Deborah

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