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Isernia, Punto nascita verso la salvezza. Frattura: parti in aumento, il reparto non chiude

Il governatore: chiesta la deroga alla soppressione prevista dai Piani operativi sanitari. Da 426 neonati nel 2016 si è passati a 488, con la diminuzione dei cesarei e la maggiore attrattività per le gestanti di fuori regione


ISERNIA. I bimbi di Isernia potranno continuare a nascere all’ospedale Veneziale. Almeno per un anno pericolo scampato, con il presidente della Regione, Paolo di Laura Frattura, che ha ufficialmente annunciato stamani la richiesta di deroga alla soppressione del Punto nascita, prevista dai Piani operativi sanitari 2015-2018 al 31 dicembre di quest’anno.

“Grazie ai risultati raggiunti nel 2017 avanziamo tale richiesta di deroga – queste le parole del governatore durante la conferenza stampa presso il ‘Veneziale’- Il problema della soppressione è relativo ai Punti nascita che non raggiungono i 500 parti all’anno ed è legato a motivi di sicurezza dei reparti, secondo il protocollo del 2010 confermato nel 2015 in Conferenza Stato Regioni. Ad oggi i parti sono 488 (461 già effettuati, 27 presi in carico), contro i 425 del 2016. Sono oltre 65, invece, le partorienti provenienti da fuori regione. Un altro risultato importante è il calo dell’incidenza dei parti cesarei, che si sono attestati al di sotto del 35 per cento. Sono tutti indicatori che dimostrano non solo la qualità dell’assistenza, ma soprattutto il rispetto dei parametri necessari per poter salvare, a mio avviso, il Punto nascita”. Ottenuto l’assenso del comitato del Percorso Nascita regionale, si attende ora quello del comitato nazionale, ma c’è fiducia. La risposta arriverà entro l’inizio del 2018: e riguarderà anche la deroga per l’ospedale di Termoli, anch’esso a rischio soppressione.

Certo è che un primo importante obiettivo, quello dell’aumento dei numeri, è stato centrato. “Un grazie va a tutto il personale, a tutta la struttura e a tutta l’organizzazione sanitaria che ha raggiunto questo brillantissimo risultato – ha detto ancora Frattura, soffermandosi poi sulla riorganizzazione del Sistema sanitario regionale – Ritengo che per la prima volta avremo una gran bella sorpresa nella valutazione dei Livelli essenziali di assistenza che, sono convinto, supereranno il parametro 160, che era l’obiettivo. Voglio ricordare che a inizio legislatura i nostri Lea erano valutati all’incirca 130. Quindi abbiamo avuto un incremento nella qualità dei servizi assistenziali di base, in ambito sanitario, di ben 30 punti. Merito soprattutto dello straordinario personale che, malgrado le tante carenze, è riuscito a garantire un servizio adeguato a questa regione”.

Una battuta, inevitabile, anche sulle accuse, da più parti, di sbilanciamento del Sistema sanitario regionale verso il privato: “Se così fosse – ha tagliato corto il presidente della Regione – ritengo che enti pubblici, come le altre 20 Regioni o addirittura lo Stato, certo non avrebbero inteso accompagnare la riorganizzazione sanitaria della Regione Molise investendo risorse aggiuntive significative per il riequilibrio della stessa”.

Presenti alla conferenza stampa anche il direttore generale della Salute Lolita Gallo, il direttore amministrativo dell’Asrem Antonio Forciniti, il direttore sanitario del Distretto di Isernia Wilma Sferra, il ginecologo Franco Doganieri, il consigliere comunale di Isernia Vincenzo Di Luozzo e alcune rappresentanti del Comitato Neomamme di Isernia. A inscenare una protesta in difesa del diritto alla salute, anche il sindacalista Emilio Izzo e altri, con uno striscione chilometrico sistemato proprio alle spalle di Frattura e degli altri relatori recante la scritta “Vogliamo nascere e curarci a Isernia, l’ospedale non si tocca”.

Soddisfazione per l’inversione di tendenza nel Punto nascita è stata espressa dal dottor Franco Doganiero: “Quello che vogliono vedere gli ispettori non è il numero in valore assoluto, perché è chiaro che da 400 parti in un anno non si passa a 500, ma il trend positivo, che qui a Isernia è molto sensibile. Se vogliamo fare un paragone rispetto a Termoli, dove la popolazione di riferimento è molto più vasta con 34mila abitanti con tutto il circondario rispetto ai 23mila di Isernia, si capisce che l’incremento qui è molto più difficile. Perciò l’8-9 per cento in più è un dato ‘micidiale’, dovuto all’impegno dei medici del reparto. Io sono impegnato su Campobasso, ma conosco bene come lavorano e agiscono: enorme il lavoro di attrattività che hanno fatto nei confronti delle donne che prima avevano sfiducia e ora no. Quello che guardano gli ispettori è l’organizzazione del reparto, la mancanza di conflittualità, la gestione della sicurezza e io credo, come ha detto il presidente Frattura, che la prospettiva sia buona”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Paola Esposito, presidente del comitato Neomamme. “Siamo soddisfatte, ma non demordiamo. Non ci fermiamo perché non bisogna mai sentirsi arrivati. La nostra richiesta di deroga di due anni fa pare stia andando a buon fine, ci auguriamo che sia definitiva. I medici si sono messi a disposizione e si è instaurato un dialogo decisamente positivo. Siamo state sempre ascoltate e abbiamo avuto sempre attenzione da parte dei medici”.

 

Pasquale

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