HomeNotizieCULTURA & SPETTACOLIPer non dimenticare: la Shoah come la vediamo noi

Per non dimenticare: la Shoah come la vediamo noi

Molte sono le testimonianze artistiche e letterarie che hanno tracciato un filo sottile e significativo intorno a uno dei più spaventosi ‘genocidi’ come quello perpetrato dal Terzo Reich a danno di tutte quelle persone ed etnie ritenute ‘indesiderabili’ dalla dottrina nazista (ebrei, omosessuali, oppositori politici, Rom, Sinti, zingari, testimoni di Geova, malati di mente, portatori di handicap)


CAMPOBASSO/ISERNIA. Che si parli di ‘Olocausto’ (in greco ‘tutto bruciato’, in riferimento ai sacrifici prescritti agli ebrei dalla Torah), o si parli di Shoah (desolazione, catastrofe, disastro, adottato dalla comunità ebraica in Palestina nel 1938 in riferimento alla Notte dei cristalli 9-10 novembre 1938), rimangono indenni le tracce del dolore dell’umanità calpestata, del corpo violato e dell’anima divorata dalla morsa delle atrocità.

In campo cinematografico ricordo con grande interesse e passione il capolavoro di Steven Spielberg dal titolo ‘Shindlerl’ list’ che riporta alla luce quanto il genere umano possa essere unito dal filo sottile, ma indelebile della solidarietà e dell’empatia.

Oskar Schindler : La resa incondizionata della Germania è stata appena annunciata. A mezzanotte la guerra finirà ufficialmente. Domani inizierete a cercare notizie dei sopravvissuti delle vostre famiglie. Nella maggior parte dei casi… non li troverete. Dopo sei lunghi anni di omicidi, le vittime avranno il cordoglio di tutto il mondo. Noi siamo vivi. Molti di voi sono venuti da me a ringraziarmi. Ringraziate voi stessi. Ringraziate l’impavido Stern, e alcuni altri che preoccupati per voi hanno affrontato la morte ogni istante. Io sono un membro del partito nazista. Sono un fabbricante di munizioni varie. Sfruttatore del lavoro di schiavi. Io sono… un criminale. A mezzanotte voi sarete liberi e io braccato. Rimarrò con voi fino a cinque minuti dopo la mezzanotte, allo scadere dei quali ‐ e spero che mi perdonerete ‐ dovrò fuggire. [Si rivolge alle SS] So che avete ricevuto ordini dal nostro comandante, che a sua volta li ha ricevuti dai suoi superiori, di eliminare la popolazione di questo campo. Questo è il momento di farlo. Eccoli; sono tutti qui. È la vostra opportunità. Oppure, potete andarvene dalle vostre famiglie da uomini e non da assassini. [Le SS escono lentamente; Schindler torna a rivolgersi ai lavoratori]. In memoria delle innumerevoli vittime fra il vostro popolo, io vi chiedo di osservare tre minuti di silenzio.

Così si esprimeva Shindler, industriale tedesco, prima a servizio di Hitler e poi depositario di una delle più grandi imprese dell’umanità.

Il grande cuore di Shindler si scioglie davanti alle atrocità a cui erano sottoposti i numerosi ebrei costretti alla peregrinazione e poi alla soluzione finale, tanto da mettere a punto una ‘lista’ di Ebrei che avrebbero lavorato per lui, nella sua attività industriale.
In realtà la sua era una copertura che si rivelerà vincente per la salvezza di tanti uomini e donne.

Un film che rappresenta magistralmente una pagina commovente della storia, ma porta alla riflessione in senso strettamente etico e sociale in un tempo, come il nostro, dove si combattono quotidianamente rigurgiti neofascisti e odio razziale.

Ma amo ricordare anche le poesie e i versi ‘per non dimenticare’ esposte nella mostra ‘La Shoah e la Memoria’, composte nel lager durante la prigionia o successivamente da sopravvissuti e da parenti internati, tratte dal volume The Auschwitz Poems pubblicato dal Museo Statale di Auschwitz-Birkenau nel 1999.

Tratto dalla successiva raccolta antologica la seguente poesia.
Notte su Birkenau

Un’altra notte, Torvo, il cielo si chiude ancora
Sul silenzio mortale volteggiando come un avvoltoio.
Simile ad una bestia acquattata, la luna cala sul campo_
Pallida come un cadavere.

E come uno scudo abbandonato nella battaglia,
il blu Orione – fra le stelle perduto.
I trasporti ringhiano nell’oscurità
E fiammeggiano gli occhi del crematorio.

E’ umido, soffocante. Il sonno è una tomba.
Il mio respiro è un rantolo in gola.
Questo piede di piombo che m’opprime il petto
È il silenzio di tre milioni di morte.

Notte, notte senza fine. Nessuna alba.
I miei occhi sono avvelenati dal sonno.
La nebbia cala su Birkenau,
come il giudizio divino sul cadavere della terra.
Tadeusz Borowski, KL Auschwitz.

Per non dimenticare mai perché la ‘memoria’ ha i tentacoli nella realtà e può sconfiggere gli ‘stereotipi’ figli della superficialità e della indifferenza.

Marilena Ferrante

Più letti

Campobasso, i ‘Numerandia’ dal Colozza al Kangarou 2024

Le gare nazionali di Coppa Ecolier si sono tenute a Cervia CAMPOBASSO-CERVIA. Grande soddisfazione per l'Istituto Comprensivo Colozza di Campobasso che ha rappresentato il Molise...
spot_img
spot_img
spot_img