L’onorevole invita il presidente del tribunale di Isernia a fare un passo indietro qualora decida di accettare la candidatura a governatore per il centrodestra. Su Di Pietro: “Non si può correre solo per rancore personale. E poi sciolga prima l’ambiguità del figlio, alleato di Frattura” (GUARDA LA VIDEOINTERVISTA)
ISERNIA. Danilo Leva non fa sconti. A Frattura, “che ha scimmiottato il centrodestra senza far cessare le clientele”. A Patriciello, divenuto il bersaglio più frequente dei suo attacchi, “che parla di Molise minacciato da chissà quali forze esterne, di presunti barbari, di regione che vogliono chiudere. Senza avere il coraggio di dire che tutto ciò è una balla e che lui all’opposizione non può stare, se non vuol perdere qualcosina”. A Tonino Di Pietro, “che non può candidarsi senza prima sciogliere un’ambiguità di fondo, quella del figlio Cristiano”. E, più ancora, a Enzo Di Giacomo, “che se disponibile a candidarsi deve dimettersi da presidente del tribunale di Isernia”.
L’onorevole, candidato di Liberi e Uguali alla Camera nel collegio maggioritario di Isernia, è intervenuto ieri sera, 12 febbraio, al dibattito organizzato dall’associazione ‘Libero Pensiero’ di Domenico e Angela Mancini presso la Sala Conferenze della Cifolelli Edilizia nell’area Pip di Miranda, è stato il protagonista del dibattito ‘Il Molise visto da Leva’, dove ha risposto al fuoco di fila di domande cui è stato sottoposto dai giornalisti, senza peli sulla lingua, come nel suo stile.
GUARDA LA VIDEOINTERVISTA A LEVA (Immagini e montaggio a cura di Pino Manocchio)
Sul tema delle Regionali, Leva si è invece soffermato sulla cosiddetta Assemblea dei mille del 25 febbraio, durante la quale l’Ulivo 2.0, creatura a sinistra del Pd molisano, sceglierà il proprio candidato governatore. Ruolo che – ha giurato il parlamentare – è escluso possa essere ricoperto da lui in prima persona. “Sono candidato alle Politiche – ha sottolineato – e voglio continuare a impegnarmi a livello nazionale per questo territorio e per la costruzione di un progetto politico di sinistra. Non sarò sicuramente io il candidato presidente”. Poi, incalzato dalla stampa: “Roberto Ruta è una delle soluzioni in campo”.
Infine, una battuta anche su Di Pietro, ‘scaricato’ da Renzi tra i possibili candidati del Pd per il Parlamento. “Non ci si può candidare solo per rancore personale – ha concluso Leva – ma occorre un progetto politico organico”.
Pba
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