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Isernia, prove tecniche di riavvicinamento nel centrodestra

Dopo le Regionali di aprile, con l’elezione a Palazzo D’Aimmo e la successiva nomina nella Giunta Toma, Di Baggio si è dimesso, favorendo il subentro di Linda Dall’Olio, prima dei non eletti alle sue spalle. Tale gruppo, a fine giugno, si è ulteriormente allargato arrivando a diventare il primo tra le file di opposizione, con la trasmigrazione di Tonino Antenucci, ex capogruppo di ‘Isernia in Comune’, la lista del sindaco.

Fabrizio è rimasto sulle sue posizioni, unico rappresentante di Forza Italia.
Stesso discorso per Alleanza per il Futuro con Giovancarmine Mancini, che tuttavia Toma ha nominato, neppure due settimane fa, commissario liquidatore della Comunità Montana ‘Cigno Valle Biferno – Trigno Medio Biferno e Trigno Monte Mauro’, con incarico fino al 31 dicembre. A dimostrazione che il governatore lo considera parte integrante della sua squadra di governo.

minoranzaLE CHIAVI DI VOLTA. Il perno di una possibile ridefinizione degli equilibri, tuttavia, passa per i ruoli assunti nei palazzi della Regione da Calenda e Di Baggio. La consigliera della Lega – eletta tra l’altro nell’Ufficio di presidenza nel ruolo di segretario – si è sempre professata fedelissima a Toma, come dimostra anche il suo ultimo endorsement in favore del presidente per la nomina a commissario ad acta per la sanità. Quanto a Di Baggio, egli è membro della Giunta, dunque tra gli uomini di più stretta fiducia di Toma. Di conseguenza, i loro gruppi di riferimento – Isernia Migliore per Di Baggio e la Lega con la new entry Testa a fianco di Calenda – appaiono davvero poco credibili nel ruolo di oppositori del sindaco di Isernia. Le sfumature lessicali vorrebbero che esercitassero il ruolo di minoranza, più che di opposizione: magari votando in aula pro o conto a seconda dei casi. Sempre per usare il politichese, “opposizione costruttiva”.

Un discorso che potrebbe valere, benissimo, anche per Fabrizio, visto che Forza Italia è il perno della coalizione che sorregge Toma. Se davvero si giungesse alla ‘pacificazione’ – in cambio di cosa è difficile dirlo, visto che d’Apollonio di soluzioni d’impatto quali rimpasti o allargamenti dell’esecutivo non ha mai voluto sentirne parlare – il primo cittadino pentro avrebbe dalla sua ben 26 consiglieri. Recuperando così Testa, Calenda, Galasso, Dall’Olio, Di Pasquale, Antenucci, Fabrizio e Giovancarmine Mancini dalla sua parte e lasciando all’opposizione, come detto, Bottiglieri, Formichelli, Di Luozzo e Onorato, oltre a Tedeschi e alla transfuga Francesca Bruno di CasaPound.

giacomo dapollonioUn’operazione di cesello, delicata e difficile. Ma non impossibile. Il dialogo, del resto, secondo indiscrezioni sarebbe già partito da tempo, grazie anche all’invito di Testa, che nel giugno scorso aveva esortato l’amministrazione ad aprire il dialogo con tutte le forze presenti in Consiglio e ad avviare una dialettica virtuosa con la Regione.

Fondamentale, da questo punto di vista, il ruolo di intermediazione giocato (e ancora da giocare) da d’Apollonio, che gli consentirebbe di governare in scioltezza nella seconda parte del mandato. Mentre Toma potrebbe sfruttare a suo vantaggio il ‘modello Isernia’ anche in previsione futura, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.

Insomma, a fronte di un mezzo passo indietro in chiave di rimodulazione della Giunta, si lavora – in silenzio – per un più deciso passo in avanti in chiave di riavvicinamento del centrodestra in Comune.

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