Per la riorganizzazione del partito in pole position sarebbe Carlo Veneziale. Mentre per le Comunali Battista non sembra temere le Primarie, che gli consentirebbero di ricompattare la coalizione intorno alla sua figura. Ma nella sua squadra sono già in tanti quelli con la valigia in mano
CAMPOBASSO. Il Partito Democratico del Molise prova a uscire fuori dal pantano. Archiviata la pausa estiva, è l’ora (considerata da parecchi come tardiva) di guardarsi negli occhi, ragionare di errori e strategie e fissare l’obiettivo.
Non è facile, vero. Ma occorre ripartire da basi nuove e da azioni politiche che avvicinino sia chi si è allontanato, sia chi vuole scommettere ancora sul centrosinistra.
La convocazione dell’8 ottobre rappresenta un primo, importante punto di partenza: si guarda alle vicine elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale di Campobasso. Il capoluogo tornerà al voto nella prossima primavera con la responsabilità di dare una seconda opportunità ad uno schieramento che in pochissimo tempo ha visto un crollo vertiginoso dei consensi. La Regione è passata al centrodestra, resistono pochi Comuni nei quali i primi cittadini – alle prese con le difficoltà enormi che gli Enti locali si trovano ad affrontare – provano a restituire fiducia ad un elettorato che ha dimostrato, voti alla mano, di volere altro.
Si discuterà del Comitato di garanzia, indispensabile per avviare la tanto richiesta fase congressuale. Quindi sul tavolo ci sono due carte pesanti: il prossimo segretario del Pd Molise e le scelte da compiere per le vicine elezioni nel comune capoluogo, che storicamente ha quasi sempre guardato a sinistra.
Questione segretario, quindi. E non è affatto secondaria viste le polemiche, le critiche feroci rivolte all’uscente Fanelli e, ultimo ma non per ultimo, il disastro elettorale sia a livello locale che nazionale. Non si può sbagliare, questo il pensiero ricorrente. E per questo uno dei nomi più “gettonati” è quello di Carlo Veneziale, il candidato presidente di un centrosinistra che è arrivato all’appuntamento elettorale ormai a brandelli, logorato da guerre personali (tanto per cambiare) che ne hanno minato la credibilità e l’appeal nei confronti dell’elettorato. I rumors raccontano della necessità di una personalità adeguata al momento, alla situazione locale e nazionale e, soprattutto, ad un partito in seria difficoltà; le capacità di Carlo Veneziale rappresentano una dote che oggi diventa un patrimonio da non disperdere. Serio, preparato, diplomatico e mai sopra le righe. Quanto mai necessario per recuperare credibilità, appeal e soprattutto sostenitori.
Ma il Pd è fermo alla “risoluzione” adottata nel giugno scorso: per chi affronta il secondo mandato, le Primarie possono anche tornare nel cassetto. In pratica, per Battista si potrebbe aprire la possibilità di una candidatura “automatica”. Lui, il sindaco, non sembra essere d’accordo e ha più volte ribadito di voler ricorrere alle Primarie. Ma nel centrosinistra, gli aspiranti primi cittadini sarebbero disposti a fare un passo indietro per sostenere Battista “senza se e senza ma”?
Ad oggi, con largo anticipo sulla scadenza elettorale, nomi certi non ce ne sono. Si possono solo fare ipotesi. Certa, invece, è la “fuga” verso lidi opposti, ma non è una novità. Ogni tornata elettorale è stata cadenzata da “trasferimenti” che puntualmente avvengono a qualche mese di distanza dal voto, tanto per non dare nell’occhio. E per la squadra del sindaco Battista si conterebbero già quelli pronti, valigia in mano, a cambiare idee, strategie e appartenenze.
Gli “irriducibili”, che poi sarebbero i “coerenti”, però non sono intenzionati a mollare la presa: i cinque anni di mandato hanno dato prova di una amministrazione concreta, attiva e fattiva. Il primo cittadino sarebbe intenzionato ad allargare la sua base anche ai partiti che, in questi ultimi mesi, pur restando nell’alveo del centrosinistra hanno preferito prendere le distanze dal Pd.
Dopo il tracollo subito alle Regionali, legato anche sia ai veti incrociati che hanno logorato candidati ed elettori, sia alle strategie utili solo a pochi personaggi per tentare di non scomparire definitivamente dalla scena politica regionale, alla luce dell’attuale concomitante scenario nazionale, per il Pd e per il centrosinistra è davvero un momento delicato. E di questo, il sindaco Battista ne ha piena contezza. Uniti si vince, questo il senso di una strategia che si sta affinando, ma che non può non considerare al suo interno il Partito Democratico. La partita quindi è difficile, ma è ancora tutta da giocare.
L.S.
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