La carambola della vita ne ‘Il Tavolo Verde’ di Salvatore Mincione

Ispirato alla canzone di Branduardi ‘Il giocatore di biliardo’, il testo teatrale dell’autore partenopeo d’origine ma isernino d’adozione apre col botto la nona rassegna dedicata a Mario Scarpetta: la recensione di isNews. GUARDA IL VIDEO

ISERNIA. Quando il sipario si alza e la luce si accende su Luigi, unico personaggio in scena, con il volto e la voce di Giovanni Gazzanni, ci vuole davvero molto poco a sentirsi nuovamente a ‘casa’. Nonostante il cambio di sede, l’atmosfera rimane la stessa del Proscenio, il ‘piccolo spazio libero’ che per anni ha animato di cultura il centro storico di Isernia. Ed è davvero questione di pochi minuti perché la sapiente arte del teatro faccia il suo lavoro e trascini lo spettatore nei destini di questi personaggi, collegati tra loro da trame invisibili.

“Sul tavolo verde il pallino è solo. Il giocatore, mirando, studia la traiettoria che deve prendere la sfera prescelta. Così comincia il gioco della vita: un pallino rotola, ne sfiora uno vicino e ne colpisce, con un rumore sordo, un altro distante; forse non è un caso, non è una fatalità, ma di sicuro c’è un attimo, uno soltanto in cui, come pallini su un tavolo verde, ci troviamo ad incrociare altre vite. Uno di quegli incontri, potrà deviare la nostra direzione… per sempre”. È così che ci accoglie, e forse ci ammonisce, il testo di Salvatore Mincione – che è anche un libro, pubblicato da Ensemble Edizioni. Nato a Marano di Napoli nel 1965, e ormai isernino d’adozione, nella sua ultraventennale carriera ha lavorato con artisti del calibro di Carlo Croccolo, Mario Scarpetta, Tato Russo e Leopoldo Mastelloni. Le sue opere spaziano da tematiche sociali, seppure trattate in maniera divertente e leggera (Diversamente Uguali, Nel mondo di Matteo, L’ultimo spettacolo) a temi epici e storici (Il pomo d’oro, Giordano Bruno, Il violino della Shoah). Ma stavolta ha voluto offrire al suo pubblico una vera perla di teatro verità, una vicenda tanto semplice quanto possibile, proprio perché racconta con ironia e un pizzico di amarezza quanto la vita si diverta, alle volte, nel mostrarci la nostra piccolezza di uomini a volte persi, a volte in corsa, a volte fermi in attesa, come le palline del biliardo a cui si ispira il senso finale di questo testo.

Tutto si svolge in un dialogo a più voci in cui l’esistenza di uno è condizionata da quella dell’altro. L’imprevedibilità della vita, che qualcuno chiama destino o fato, è data da incontri fortuiti apparentemente senza significato, ma che prima o poi si presenteranno inesorabilmente a chiedere il conto. Un testo profondo che acquisisce ancora più valore quando portato in scena da Mincione e dai suoi compagni e allievi. L’intero gruppo in grande forma offre delle performance commoventi, dei personaggi profondamente lavorati, conditi dall’ironia alla quale Cast ci ha ormai abituato. Dalla toccante Milla, interpretata da Claudia Cerulo, all’impetuosa quanto profonda Amalia di Asia Franceschelli, alle ‘donne della vita’ Alessia Giallorenzo, Gaia Rossi e Simona Gagliardi che fanno del professore, magistralmente interpretato dallo stesso Mincione, l’uomo che è oggi. Sorpresa piacevolissima inoltre il giovanissimo Gabriel Gasbarro.

Sorrisi dolceamari si disegnano sul volto degli spettatori, che vengono condotti per mano in questa carambola di esistenze, di contraddizioni, di umanità, fino al toccante finale a sorpresa che, con suggestioni musicali azzeccatissime e una regia a là De Filippo, chiude il racconto su una storia vivida, umanissima e incredibilmente densa nella sua ora e venti di durata scenica.

Un successo che sta incantando l’affezionato pubblico anche alla sua terza settimana di programmazione, e che risulta imperdibile soprattutto per gli amanti del teatro più sincero. Dalla sala de Le Cave si esce con occhi e sentimenti nuovi, perché ‘Il Tavolo Verde’ ha il grande dono di farci riflettere su noi stessi, sulle nostre scelte e le nostre ‘carambole’ personali, così come ogni grande testo ha il potere di fare.

Pierre

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