Categories: CRONACA

Mafia dei ‘colletti bianchi’, in Molise percezione elevata

Presentati i dati raccolti da Libera: appalti, corruzione dei dipendenti pubblici, smaltimento illecito di rifiuti e lavoro nero tra gli ambiti dove si annida il marcio


CAMPOBASSO. E’ la mafia dei ‘colletti bianchi’ quella di cui si ha più percezione in Molise. I dati de ’Il viaggio di Libera’ presentati nella sala consiliare del Comune di Campobasso questa mattina, evidenziano chiaramente che, in regione, la sensazione che il marcio si annidi nei palazzi del potere è molto alta.

Le attività che, secondo le 355 persone alle quali sono stati somministrati i questionari (in linea con il campione rappresentativo italiano), sono più legate alla presenza della mafia sono quelle collegate al settore degli appalti, definiti truccati dal 29,1% dei molisani intervistati (il dato italiano si ferma al 27,9); alla corruzione dei dipendenti pubblici con un dato molisano più elevato rispetto a quello italiano (27,1% a fronte del 21% nazionale); allo smaltimento illecito dei rifiuti con un 30,2% rispetto al dato nazionale che si attesta al 15,3%; allo scambio di voti, con il 22,3% dei molisani che crede avvenga contro l’11,3% degli italiani; alle false fatturazioni, false perizie e falsi collaudi al 15,5% contro l’11,1%, all’usura (9% in Molise e 7,1% in Italia); alla contraffazione (5,6% contro 4,6%) e alle agromafie (5,4% contro 3,5%).

Quasi 4 intervistati di 10, dichiara di aver conosciuto personalmente e/o di conoscere qualcuno coinvolto in pratiche corruttive. La conoscenza diretta è più diffusa tra gli adulti e gli ultra 65enni. Tra le figure più coinvolte in pratiche corruttive, sempre secondo gli intervistati, gli esponenti politici (membri del Governo, del parlamento e dei partiti), i funzionari pubblici, gli amministratori locali e gli imprenditori. Tra i motivi per i quali non vengono denunciati gli episodi di corruzione, spiccano il timore delle conseguenze e la paura che l’intero sistema sia corrotto, compreso chi riceve la denuncia.

Elevato, ma sostanzialmente in linea con il dato nazionale, la percezione che le attività mafiose siano strettamente collegate al traffico di sostanze stupefacenti (in Molise lo pensa il 56,5% degli intervistati, in Italia il dato è leggermente superiore, 59,8%).

Corruzione, usura e scambio di voti preoccupano molto di più gli adulti che i giovani che si concentrano, invece, di più sulla presenza mafiosa nell’ambito del lavoro nero. In Molise il 27,1% degli intervistati crede che ci siano fenomeni mafiosi collegati a questo ambito contro una percentuale italiana del 24,5.

Tra i fattori sociali considerati rilevanti per l’adesione a gruppi mafiosi, spicca l’assenza delle istituzioni e di una cultura diffusa della legalità seguita dal ruolo della famiglia, dal contesto di riferimento, dalle difficoltà economiche e dall’assenza di un lavoro. Una dimensione questa segnalata più frequentemente dal campione molisano rispetto al dato nazionale ed evidenziata soprattutto fra i giovani e i giovanissimi.

Un intervistato su tre poi ritiene che in Molise vi sia la presenza di organizzazioni criminali di origine straniera (albanesi e nigeriani) con caratteristiche similari alle mafie tradizionali italiane. Una quota comunque molto inferiore al dato nazionale. Speculare a questo dato è la percentuale di coloro che escludono questo tipo di presenza: più certi dell’esistenza di criminalità straniera simile alle mafie i giovani fino ai 26 anni.

In Molise sono stati somministrati 355 questionari, come già detto, pari al 3,4% del campione nazionale. Il campione risulta tendenzialmente congruente con quello nazionale: si osserva una leggera prevalenza di donne, sebbene più contenuta rispetto al dato nazionale. Sette intervistati su dieci sono studenti, la quasi totalità degli intervistati è di nazionalità italiana.

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redazione

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