E’ quello che è emerso da un monitoraggio svolto dall’Ingv. Dal sisma del 16 agosto 2018 è entrato in funzione il nuovo sistema di comunciazione rapida dell’epicentro


CAMPOBASSO. Un terremoto ogni 20 minuti. Scosse non percepibili o scosse di grande entità, come il sisma di magnitudo 5.2 che ha colpito il Molise, ed in particolare i comuni della costa, il 16 agosto 2018. Quello del Molise è stato il terremoto più forte registrato in Italia nel 2018, l’unico che, insieme a due fenomeni registrati in Montenegro e Albania, ha raggiunto o superato quota 5 di magnitudo.

E’ quello che si deduce da un monitoraggio svolto dall’Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e di vulcanologia. Da cui è emerso, relativamente al 2018, un calo del numero dei terremoti nel nostro Paese.

Sotto la lente di ingrandimento degli esperti della Rete sismica nazionale la sequenza che ha riguardato il Molise, a partire dalla scossa di magnitudo 5.2, con epicentro Montecilfone. Lo sciame sismico è durato 100 giorni, dal 14 agosto al 23 novembre con 596 terremoti, con l’evento più forte il 16 agosto, preceduto da un terremoto di 4.6 il 14 agosto e da uno di magnitudo 4.1, lo stesso 16 agosto.

Solo pochi mesi prima la provincia di Campobasso era stata interessata da un’altra sequenza, dall’11 aprile al 9 maggio 2018, con circa 40 eventi e una magnitudo massima pari a 4.3 di magnitudo il 25 aprile.

Il terremoto del 16 agosto in Molise è stato anche l’occasione per testare il nuovo sistema dell’Ingv di comunicazione rapida della localizzazione automatica di un epicentro, sistema entrato poi in funzione regolarmente il 4 settembre 2018.

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