La mozione, passata con 19 voti a favore e con il solo voto contrario di Aida Romagnuolo, conferisce al presidente il compito di far sentire forte la voce del Molise
CAMPOBASSO. La mozione unitaria sul regionalismo differenziato al centro della riflessione del governatore Toma.
“Va sottolineata la maturità del Consiglio nel fare sintesi e convergere su una mozione unitaria. Tutti hanno fatto un passo indietro per far fare un passo avanti al Molise” commenta il presidente Toma, al quale spetta, in ragione del mandato ricevuto dal Consiglio, far sentire la voce del Molise sui tavoli della Presidenza del Consiglio dei ministri e su quelli della Conferenza delle Regioni.
Un compito delicato che, invero, il governatore sta svolgendo dallo scorso mese di luglio in Conferenza delle Regioni e nei diversi incontri istituzionali che si sono susseguiti con i rappresentanti del Governo. Tra l’altro, i documenti che sono stati predisposti dalle regioni del Sud hanno recepito a tutto tondo le tesi formulate da Toma.
“Con i colleghi delle altre regioni meridionali – ricorda il presidente – abbiamo condiviso l’imprescindibilità del finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni nelle regioni con minore capacità fiscale. Ciò al fine di assicurare un corretto funzionamento del sistema di redistribuzione interregionale delle risorse ed evitare un decentramento che vada ulteriormente ad accentuare il divario tra i territori. Le regioni – prosegue – hanno un ruolo strategico nel processo di definizione dei nuovi assetti istituzionali e, in particolare, sulle forme di autonomia differenziata da attuare sulla base dell’art.116, comma III della Costituzione. Per una piccola regione come il Molise, non si può prescindere dal presupposto che vengano assicurate azioni improntate alla adeguatezza e alla sussidiarietà, in ossequio ai principi costituzionali di solidarietà economica e sociale, dignità e uguaglianza”.
La mozione votata alla quasi unanimità dal Consiglio regionale (eccetto il voto di Aida Romagnuolo, Lega) – che ha raccolto e sintetizzato quattro posizioni politiche contenute in altrettanti documenti presentati sull’argomento – si fonda su alcuni punti cardine: livelli essenziali delle prestazioni riguardanti i diritti civili e sociali garantiti su tutto il territorio nazionale, trasferimento di risorse sulle materie assegnate alle regioni collegato esclusivamente a oggettivi fabbisogni territoriali, ripartizione del Fondo perequativo con criteri inversi alla densità demografica, finanza decentrata sulla base della necessaria correlazione tra funzioni e risorse.
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