Isernia/Prove tecniche per il Comune, per il quale chiedono l’azzeramento della Giunta. Il sindaco, che non vuol rischiare troppo sul bilancio, pare più orientato all’allargamento, ma resta il nodo del presidente del Consiglio, teoricamente blindato da un parere ministeriale pubblicato anche sul sito del Viminale e dal quale d’Apollonio non intenderebbe prescindere. In settimana gli incontri con i singoli capigruppo
di Pasquale Bartolomeo
ISERNIA. Troppi candidati. Nonostante siano enti di secondo livello, con incarichi a costo zero, gli aspiranti consiglieri alla Provincia di Isernia per il centrodestra sembrano essee ben oltre i 10 di rito, motivo per il quale la coalizione potrebbe partecipare addirittura con due liste. Una delle quali – inedito politico fino a questo momento – vedrebbe uniti sotto lo stesso tetto esponenti politici locali dei Popolari per l’Italia di Vincenzo Niro con Forza Italia/Isernia Migliore di Roberto Di Baggio. L’altra, più tradizionale, sarebbe composta da Lega, Udc, Orgoglio Molise e Fratelli d’Italia-Insieme per il Molise.
Lunedì a mezzogiorno la chiusura delle liste, con gli amministratori locali – votano i sindaci e da consiglieri dei Comuni della provincia – chiamati al voto domenica 24 marzo.
Dall’intesa fra i due assessori regionali Niro e Di Baggio, tuttavia, potrebbe derivare una diretta conseguenza politica anche sul Comune di Isernia, dove i due gruppi dei Popolari e di ‘Isernia Migliore’ contano rispettivamente 6 e 5 consiglieri eletti. Numeri che, con un obiettivo condiviso, determinerebbero nettamente l’andamento dei lavori consiliari. E che costringerebbero il sindaco Giacomo d’Apollonio a dover necessariamente seguire il consiglio del governatore Toma – includere tutti – per riannodare i fili di una coalizione spaccatasi sull’elezione del nuovo presidente del Consiglio, lo scorso 8 febbraio.
I due gruppi, infatti, non hanno alcuna rappresentanza in Giunta, circostanza ancor più grave visto che i Popolari annoverano tra le proprie file 5 esponenti su 6 (eccezion fatta per Enzo Di Luozzo, eletto nel centrosinistra) a sostegno del primo cittadino fin dalla vittoria elettorale del 2016. Dunque, potrebbero battere i pugni per poltrone di peso, con d’Apollonio che, se di azzeramento non vuol sentir parlare, sarebbe praticamente costretto ad allargare la Giunta, concedendo un assessorato a testa per Niro e Di Baggio (di cui una donna).
Non a caso, il sindaco d’Apollonio tiene debitamente in considerazione tale parere, sia per mettere al riparo l’amministrazione comunale da eventuali contenziosi, sia perché il Viminale in alcuni casi svolge anche una funzione di controllo sugli enti locali. E a fare da garante per un’operazione di rimozione dell’attuale presidente non intende prestarsi, non rientrando tra le prerogative a lui attribuite dalla legge.
“La pausa di riflessione è durata già due settimane – ha ammesso d’Apollonio – Non ho ricevuto segnali concreti per superare l’attuale momento di crisi, ma dall’inizio della prossima settimana convocherò i capigruppo per capire insieme le reali intenzioni di tutti. Non posso azzerare la Giunta, che deve lavorare sul bilancio di previsione da portare in Consiglio entro questo mese. In settimana l’esecutivo approverà lo schema di bilancio e il Dup. Ma non intendo rischiare sul bilancio: vorrei procedere con un certo margine di sicurezza – ha concluso – altrimenti non farei il bene dell’amministrazione”.
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