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ModaImpresa continua a volare: raddoppiati il personale e gli ordini, ora nuovi marchi in arrivo

modaimpresa sedeIl segreto di ModaImpresa è presto svelato: lavorare su un mercato semiartigianale, con prodotti tutti alti di gamma e aventi un target di consumatore fidelizzato. Quindi, in un contesto di crisi che riguarda tutti i settori di consumo tranne l’elettronica, ModImpresa resta a galla “perché siamo a Isernia – afferma D’Orazio – quindi è innegabile che almeno da un punto di vista economico ci sono dei vantaggi a stare in una città piccola e in crisi. E perché abbiamo un target di consumatori molto molto elevato e di nicchia, che coltiviamo in maniera artigianale e con un customer service elevatissimo. Noi abbiamo rapporti personali con i nostri clienti, cercando di assisterli costantemente in maniera diretta”.

Ovviamente, anche un’azienda gestita in modo brillante come ModaImpresa non può non conoscere difficoltà. Quelle tipiche del Molise, ovvero di natura finanziaria: e se già una crescita veloce comporta ostacoli perché la finanza non segue l’evoluzione del business in maniera diretta, lanciare sempre nuovi progetti necessita di costanti risorse da trovare, per sostenerlo e farlo incrementare. Dunque, attenzione massima ai conti, onde evitare di fare passi falsi visto che ciò che si è investito, fino ad ora, sono essenzialmente capitali propri.

E quando le istituzioni, qualche volta, si sono affiancate a ModaImpresa, anche per eventi di piccola entità in termini di contributo pubblico, non tutto è andato liscio come ci si aspettava. Sui social, in questi giorni, si legge di un evento organizzato dalla Regione con l’assessorato al Turismo e la Fondazione Molise Cultura per il quale l’azienda tessile vanterebbe un credito, da mesi, di 7mila euro. Si tratta dell’evento Food&Fashion a Campobasso, cui D’Orazio ha partecipato e dato il suo supporto in termini di organizzazione di una sfilata, che poi era l’evento centrale della serata. Per la riuscita della manifestazione furono anche messi a disposizione, gratis, gli stilisti di MarcoBologna, con la Regione che aveva accordato un rimborso delle spese sostenute e documentate per 10mila euro in tutto. Dopo un anticipo di 3mila euro, tuttavia, i restanti 7mila non si sono più visti dal settembre 2018. Cifre irrisorie, per carità, ma sintomatiche della lentezza della burocrazia: immaginiamo fossero stati 100mila euro o un milione, in tal caso ModaImpresa avrebbe dovuto chiudere. Ai proclami, dunque, non sempre segue il supporto reale, che visto l’esiguo numero di aziende sane rimaste in piedi dovrebbe essere anche facile mettere a sistema.

“Ma questo non accade – conclude D’Orazio – perché come per l’Area di crisi, spesso si fanno bandi in cui si prevede che i 2/3 dell’investimento siano a carico dell’azienda, evidentemente non riservati alle imprese locali che sono in crisi. Probabilmente, l’illusione di aver messo in pista l’Area di crisi faceva immaginare che sarebbe arrivato il cavaliere bianco da fuori investendo 15 milioni di euro, cui se ne ‘regalavano’ 5 e si faceva l’investimento. Peccato – conclude D’Orazio con una punta di sarcasmo – non sia arrivato nessuno”.

Pba

 

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