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Trasporti pubblici e prezzi alle stelle, la verità di Niro: ecco il perché degli aumenti

L’assessore:  o biglietti più cari o più tasse per tutti, scelto il male minore. E avremo più fondi dallo Stato. Poi lancia l’allarme: il Governo vuole commissariare la Protezione Civile


di Lucia Sammartino

CAMPOBASSO. La maratona in aula, per arrivare dopo 6 giorni di discussione all’approvazione della legge di stabilità, non lo ha fiaccato. Ostruzionismo a 5 Stelle, lo chiama. Mai, in tanti anni di Consiglio regionale, era accaduto un fatto simile. Una settimana di lavori quasi ad oltranza per approvare ‘solo’ la legge di Stabilità.

Battagliero come non mai, domani Vincenzo Niro sarà a Roma – su delega del presidente Toma – per affrontare con le altre regioni e il premier Conte lo ‘sblocca cantieri’, il decreto che avrà ripercussioni anche sul Molise e sul post sisma che riguarda parecchio da vicino la regione. Lo stesso provvedimento che, però, cela una sorpresa e rischia di riportare indietro le lancette del tempo di parecchi decenni: in agenda anche la previsione di ‘commissariare’ la Protezione Civile e riportare nelle mani dello Stato un settore fino ad oggi svincolato e autonomo.

“Nel decreto del Presidente del Consiglio di Ministri sono contenuti passaggi fondamentali che riguardano la nostra regione ma anche questa previsione, lo Stato vuole accentrare tutto” commenta quasi incredulo.

Niente seduta di Bilancio, quindi, per l’assessore regionale ai Trasporti, finito sulla graticola per la faccenda  – che ha scatenato non poche reazioni – del previsto aumento dei costi per bus e treni.

Il 40 per cento di più su un servizio che fa acqua da tutte le parti, vuoi per i mezzi vetusti e per la tratta a binario unico ancora da elettrificare, vuoi per le infrastrutture stradali che in Molise fanno purtroppo rima con dissesto idrogeologico e pericolosità, stante la complessa orografia del territorio.

“Intanto questa notizia dell’aumento del 40% sui biglietti è tutta ancora da verificare. Al momento non è così semplice e certa come la fanno dall’opposizione – dice subito Vincenzo Niro, che non si sottrae alla telefonata sebbene sia domenica mattina -. Le tariffe, non per tutti i gestori perché ce ne sono state alcune adeguate di recente con la sottoscrizione di nuovi contratti come quello per il trasporto ferroviario del 2016, erano ferme al 1998.

Tutto bloccato da 21 anni. E non è questione di poco conto – sottolinea – perché il mancato adeguamento di fatto ci ha penalizzato sotto il profilo dei trasferimenti statali. Alla Regione Molise arriva lo 0,71% a fronte del 18% della Lombardia, tanto per dire”.

In pratica, se non ci si adegua a quanto accade in tutt’Italia, poi si paga pegno. E in questo caso il trasferimenti ridotti al lumicino, in un servizio che in regione è davvero rilevante.

Il Governo gialloverde ha tagliato 300 milioni di euro di fondi da destinare alle regioni in tema di trasporto pubblico. Per il Molise, questa coltellata assestata dal ministro Toninelli significa 2 milioni e 800mila euro in meno.

“Al di là del taglio – commenta ancora l’assessore Niro – c’è stato un aumento di costi obbligatorio. E questo ci ha costretto, parlando di Rfi, ad un aumento di circa 3 milioni per l’utilizzo delle rotaie”.

I conti quindi non tornano per niente: 3 milioni e 200 mila ai quali sommare altri 2 milioni e 800mila. Il che fa 6 milioni di euro. Ai 54 milioni indispensabili per finanziare l’attuale trasporto pubblico locale, “così come è disordinatamente messo in piedi – spiega Niro – bisognava aggiungerne altri 6. Si arriva quindi a 60 milioni di euro per il costo della gestione del servizio trasporto pubblico, sia su gomma che su ferro”. Ne servono 60, lo Stato ne trasferisce 33, i 27 che mancano da dove si prendono?

“Per forza di cose dalle risorse proprie e serviranno a pagare questo servizio disastrato . Quando sono andato a recriminare sulla quota di riparto dei fondi, mi è stato risposto: o adeguate le tariffe o non parlare, altrimenti avrete sempre meno. Chiariamoci, però: le tariffe potevano restare anche quelle del 1998 – rincara la dose Niro – ma la Regione avrebbe dovuto appostare maggiori risorse proprie sul capitolo servizio trasporto pubblico locale, quindi si sarebbe pure potuto decidere di tassare maggiormente i molisani”.

Di fronte al bivio, quindi, si è deciso di non aumentare le tasse, adeguare le tariffe per il trasporto pubblico locale e quindi, di conseguenza, ambire ad avere una maggiore quota di riparto del fondo statale utile a migliorare il servizio. “Bisogna adeguarsi al livello delle altre regioni. E poi, le inadempienze pure ci fanno da zavorra. Il Comune di Campobasso, tanto per fare nomi e cognomi, che a differenza di quello di Termoli non si è adeguato alla prescrizione legislativa del 2013. Non ha adeguato il biglietto del trasporto pubblico, obbligatorio per legge. E ora rischia di andare in penalità: non appena il servizio trasporti degli uffici regionali completerà la rendicontazione di quanto è stato omesso dal Comune di Campobasso, gli saranno comunicate le differenze. L’inadempienza legislativa potrebbe significare che il Comune dovrà compensare le somme e quindi rimborsare la quota derivante dalla mancata applicazione della normativa”.

Un settore ‘in disordine’ come Niro dice spesso, sul quale poi si abbatte anche una informazione inesatta.

“L’adeguamento delle tariffe sarà scaglionato in funzione del rinnovo dei contratti di servizio. Gli uffici del servizio mobilità stanno preparando tutta la verifica, contratto per contratto, finalizzata ad avere un quadro chiaro di quale sarà l’impatto sui cittadini. Le informazioni date sono sbagliate, è stata un’azione politicamente denigratoria. Io voglio mettere ordine, sto lavorando per ottimizzare, razionalizzare e rendere qualitativamente migliore e più funzionale questo settore.

Voglio che sia dotato di mezzi idonei, fruibili da tutti, diversamente abili compresi. Mezzi che siano costantemente monitorati, che viaggino su tratte funzionali e non pagate senza che non ci siano passeggeri. Ci sono, in circolazione, mezzi ‘vergogna’. Qualcuno ci spieghi le ragioni per le quali da oltre un decennio non si comprano autobus, che fine hanno fatto i fondi ripartiti di anno in anno. Ma che cosa hanno fatto i miei predecessori? Nel momento in cui ho preso le redini di questo assessorato, ho detto: siamo all’anno zero, quindi partiamo daccapo. Non è più pensabile avere un servizio pessimo, come quello che si sta offrendo alla nostra comunità.

Poi – chiosa per replicare alle polemiche – possiamo fare tutte le demagogie di questo mondo come quelle sulla faccenda dell’inaugurazione del ‘palo 0’ per l’elettrificazione della tratta ferroviaria. Da oggi, ogni due mesi, comunicherò il cronoprogramma di avanzamento dei lavori. Mi sono scocciato, ora basta, con noi si fa sul serio: il monitoraggio su andamento dei lavori e inefficienze sarà continuo. Ho trovato di tutto: 8 anni di mancati accertamenti e verifiche sui bilanci delle 29 aziende che svolgono il servizio di trasporto, un ufficio sulla mobilità su ferro che fa acqua da tutte le parti, un ufficio ispettivo, di controllo e verifica, che non è mai esistito. Ora c’è e lavora: i molisani non meritano questa vergogna”.

Non solo trasporto pubblico però. “Sto portando avanti una battaglia per il riconoscimento costituzionale di una trasversale veloce che colleghi l’Adriatico al Tirreno, che coinvolga Campania, Lazio e parte della Puglia ma anche in questo caso, l’attenzione del Governo è alta se sei uguale agli altri, se ti metti al pari delle altre regioni. Il raddoppio della Bifernina lo stiamo inseguendo da quando mi sono insediato, gomito a gomito con il Ministero delle Infrastrutture”.

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