di maio3Quando è il turno del capo politico dei Cinque Stelle, Di Maio attacca subito con il reddito e la pensione di cittadinanza, “finanziati tagliando le pensioni d’oro e i vitalizi” e fa appello ai cittadini affinché convincano i pensionati “a recarsi alle Poste a fare la domanda, visto che la pensione di cittadinanza ancora non è ben conosciuta da tutti”. Applauditissimo, ricorda gli sforzi profusi per il taglio dei costi della politica e dice chiaramente che “c’è ancora da aiutare le tante persone che lavorano e non arrivano a fine mese. Entro agosto approviamo la legge sul salario minimo orario, che dice che sotto la soglia di 9 euro all’ora non puoi essere pagato. Una legge che mi stanno chiedendo gli imprenditori, spesso scavalcati con concorrenza sleale da chi sottopaga i nostri figli, i nostri padri e, a volte, i nostri nonni. Un nostro obiettivo è fare lo stesso anche in Europa, così le aziende la smettono di andare via dall’Italia perché altrove possono sottopagare ulteriormente”.

Questo governo deve andare avanti 4 anni – sottolinea il vicepremier – dunque faccio quello che mi avete chiesto di fare il 4 marzo 2018. Avevo il dovere di chiedere un passo indietro al sottosegretario Siri, dopo quanto accaduto ieri da Nord a Sud con le inchieste giudiziarie che hanno interessato i partiti. Siamo il governo del cambiamento e abbiamo fatto una legge anticorruzione: non possiamo, dunque, fare rispettare le regole agli altri sì e noi no. Tutti avevano fatto una legge del genere, in passato, ma la nostra ha permesso che Formigoni, in Lombardia, andasse in galera e non ai domiciliari, e ha consentito in Umbria di incardinare l’inchiesta sulla sanità, con il segretario del Pd umbro che passava le tracce dei concorsi a chi doveva vincere”.

di maio“Faremo la legge che toglie alla politica la possibilità di nominare i dirigenti della sanità – promette tra gli applausi – La volevamo fare qui in Molise, ma poi avete deciso di votare il centrodestra. Non fa nulla, la faremo a livello nazionale”. E ribadisce: “Per me le Province si devono abolire, con i soldi risparmiati finanziamo i Comuni che devono mettere a posto le strade”. Un passaggio anche sul sistema giustizia: “Vogliamo processi più brevi, Bonafede sta facendo un gran lavoro e quest’anno faremo la legge che tutti aspettano”. Poi ancora sul futuro dell’alleanza con la Lega: “Non me ne andrò da questo governo – promette – perché non voglio far tornare il Pd renziano, sono sempre gli stessi anche col nuovo segretario, né vedere Berlusconi ministro della Giustizia, dato che non può aspirare a fare il premier. Se permettete, mi tengo Bonafede”.

Non può mancare il passaggio sul Molise: “Ci aspettiamo collaborazione della giunta regionale; avevo promesso che avremmo tolto la sanità dalle mani delle Regioni e l’ho fatto, a cominciare dalla mia Campania. Abbiamo inviato un commissario anche qui, che deve gestire la sanità e rimetterla a posto visto che chi c’era finora ha lavorato male. Questo è il senso della nomina di un commissario, ma mi risulta che in Molise, all’inizio, non ha trovato neppure i termosifoni in ufficio”.

La chiusura è come sempre un appello al voto: “Se andremo avanti grazie alla vostra fiducia – conclude Di Maio – potremo cambiare davvero le cose, essere  argine ad interessi sbagliati e il propulsore per le cose buone da fare”.

 

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