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Operazione Alcatraz, lo spaccio in mano alle donne del clan: sgominata la famiglia della droga

RAMONA E LE ALTRE- Nonostante l’assenza del capofamiglia che fino all’arresto aveva diretto gli affari di spaccio,  il clan di donne ha continuato a gestire e organizzare i traffici. Proprio con i microtelefonini, Salvatore S. riusciva ad impartire ordini all’intera famiglia per evitare di interrompere bruscamente le attività criminali. Il clan si reggeva sulle spalle della compagna, Ramona M., della cognata, dei nipoti, dell’anziana suocera e di tanti ‘pesci piccoli’: giovani con problemi di dipendenza che pur di guadagnare qualche soldo o qualche dose effettuavano i viaggi di rifornimento e si adoperavano tutti nella vendita di stupefacenti . Fra questi anche un dipendente dell’Università del Molise, che pur essendo ‘in malattia’ lavorava per le ‘ragazze’. Qualche mese fa era incappato  in un controllo, proprio sulla strada per Foggia, assieme a due donne del clan. La piazza da rifornire era esigente, del resto: precisi quartieri cittadini (via Liguria e via Gramsci soprattutto) ma anche consegne effettuate all’esterno, utilizzando il bambino come escamotage per distrarre l’attenzione.  

EROINA, COCAINA, CRACK – L’indagine, durata circa otto mesi, ha portato alla luce la vendita di circa 2.500 dosi tra eroina, cocaina, crack, hashish, marijuana, metadone e suboxone. Numerosi sono stati i sequestri di denaro durante le cessioni di stupefacente: rilevante poi quello di una grossa quantità di denaro confezionato sottovuoto ad arte e nascosto nel pannolone della suocera della capoclan. Il mercato cittadino chiedeva soprattutto eroina, quella solida in pietra denominata ‘Brown Sugar’ per il suo colore ‘caramellato’ e cocaina,  di purezza medio alta. Lo stupefacente una volta acquistato nell’hinterland foggiano veniva poi lavorato a Campobasso per il taglio e la suddivisioni in dosi. Il confezionamento avveniva nelle abitazioni, alcune delle quali dotate anche di sistemi di videosorveglianza che consentivano di avere sempre il controllo di quanto accadeva fuori dalle mura. Spesso il clan ‘recuperava’ anche flaconi di metadone, che i ‘tossici’ ritiravano dal Serd e che preferivano cedere in cambio di una ‘botta’ di eroina in vena. E così il metadone veniva poi rivenduto ai ‘giovani’ disperati, quelli che riescono a placare ‘la scimmia’ usando il medicinale. Il trasporto avveniva usando, appunto, i ‘pesci piccoli’ che nascondevano la droga nelle autovetture o, nella maggioranza dei casi, usando le amolle rettali, per riuscire a trasportare anche 100 grammi alla volta. 

IL FIGLIO MINORE – Nessuno della famiglia è rimasto escluso nell’attività di spaccio. Anche il piccolo della famiglia, inconsapevolmente, è stato sfruttato per distrarre l’attenzione. Documentato più volte dalle indagini (attraverso appostamenti, pedinamenti e controlli casuali) che la madre, Ramona M., nascondeva lo stupefacente nel passeggino certa che avrebbe evitato così  i controlli della polizia durante lo spaccio. La Procura della Repubblica ha già attivato il Tribunale dei Minori per i provvedimenti del caso.

UNA VITA DA RICCHI – Il clan conduceva una vita molto al di sopra di quelle che avrebbero dovuto essere le possibilità visto che la famiglia è destinataria di aiuti economici e di una casa popolare (fatto questo già segnalato al Comune di Campobasso e allo Iacp dalla Polizia): sedute dal parrucchiere e trattamenti nei centri estetici, denaro per taxi e ristoranti. È stato sequestrato, nel corso dell’indagine, denaro contante e su carte ricaricabili intestate a prestanomi per un ammontare di circa euro 50.000 euro, soldi  profitto dell’attività di spaccio.

IL SEQUESTRO DI DROGA – Sequestrate consistenti quantità di stupefacente del tipo cocaina ed eroina, parte divisa in dosi pronta allo spaccio, parte ancora da confezionare, numerosi bilancini di precisione, telefoni cellulari e sim telefoniche registrate a prestanomi, materiale per il confezionamento ed il taglio dello stupefacente. Documentate circa 400 cessioni di stupefacente, identificati circa 300 soggetti assuntori di stupefacente

 

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