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I 5 Stelle portano la Regione al Tar: assurdo, i consiglieri non possono sapere come Toma spende i soldi

Un sopruso, così viene più volte ‘etichettato’ questo modo di agire, nei confronti dei molisani, dei cittadini che sono rappresentati per il tramite dei consiglieri regionali. “Siamo titolati a chiedere ed ottenere tutte le informazioni ai sensi dello Statuto, dell’articolo 19 precisamente” ribadisce Angelo Primiani. Entra in campo anche la strana vicenda della società che ‘detiene’ il pacchetto software che, a sua volta, ha di fatto esautorato la Molise Dati, che è partecipata al 100 per 100 dalla Regione Molise. “Proprietà e dati sono in un server in Lombardia” chiosa Fabio De Chirico che, sulla società in house della Regione Molise non ha mai spento l’attenzione .

Colpiti da cittadini, prima che da avvocati, i legali che sostengono e portano avanti l’azione legale intentata dal Movimento 5 Stelle al punto da stringere un patto ‘economico’ sui costi di tale ricorso al Tar.

“Un fatto gravissimo – spiega Vincenzo Iacovino – un diritto concesso fino alla scorsa legislatura e in parte in quella attuale poi ‘disabilitato’. Di fatto si impedisce l’esercizio della funzione di controllo della minoranza: non potendo visionare gli atti, è come se non esistesse.

I consiglieri di minoranza sono un po’ come i giornalisti: i cani da guardia della democrazia. Quello che la maggioranza non vuole far sapere, lo si conosce attraverso la minoranza. La legge prevede un diritto, la condotta invece di fatto lo nega. Per quali motivi, chi sono gli addetti ai lavori? Chi sarebbero i non addetti? Il diritto all’accesso ai documenti si deve rendere funzionale e agibile: lo dicono le leggi e lo ribadisce anche una sentenza del Consiglio di Stato (emessa su una problematica molto simile, che coinvolge la Regione Veneto, ndr)”.

Sull’orlo di un precipizio, in pratica: la gestione dei dati è in capo ad una società privata che può consultarli mentre i consiglieri non hanno tale facoltà. Un po’ come avviene per gli assessori, che non sono più consiglieri regionali, ma che hanno accesso alle informazioni negate ai colleghi di Palazzo D’Aimmo.

Chi ha disabilitato la funzione e chi ha eseguito tale direttiva, ne risponderà anche alla Procura della Repubblica” il messaggio inviato alla Regione Molise.

Le leggi, lo Statuto della Regione, le prerogative dei consiglieri regionali nell’esercizio del proprio mandato e la sentenza del Consiglio di Stato: ogni tassello si incastra nel più ampio diritto di accesso che invece è stato disatteso, secondo il Movimento 5 Stelle e gli avvocati dello Studio Legale Iacovino-Fioroni che sottolineano un dato preoccupante. “Ricorrere alla Magistratura, in casi come questo, è anomalo ed è un segno di sofferenza che ci preoccupa. Noi facciamo la causa per la causa, per questo non abbiamo nemmeno parlato di prezzo”.

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