Le dimissioni del premier Conte hanno di fatto congelato il provvedimento ma un governo in carica per l’ordinaria amministrazione potrebbe trasmettere il provvedimento al Quirinale per la successiva pubblicazione


ISERNIA. Le crisi industriali e le molte vertenze, che coinvolgono circa 31mila lavoratori, sono ormai ostaggio della crisi politica.

E fra queste migliaia di donne e uomini, in attesa di quel passo finalmente compiuto ma che si è bloccato con le dimissioni del premier Conte e con la formalizzazione della crisi di Governo, ci sono anche gli ex Ittierre che sono parte del ‘Decreto Imprese’ varato a Palazzo Chigi il 6 aprile scorso.

Un milione di euro la somma che è stata stanziata nel decreto incagliato nella crisi di Ferragosto, una somma che dovrebbe consentire di superare lo scoglio del requisito della continuità che di fatto ha ridotto al lumicino ogni speranza delle 284 famiglie che attendono una soluzione.

Tecnicamente, però, un governo in carica per l’ordinaria amministrazione potrebbe trasmettere, senza ulteriori passaggi, il decreto legge (che è stato già esaminato a palazzo Chigi) al Quirinale per la successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Ma c’è un ma: il decreto non dovrebbe essere stato modificato, cosa che è invece avvenuta visto sarebbe stato aggiunto un punto relativo ai profili previdenziali del settore costruzioni.

Gli uffici tecnici del Mise ragionano sulla possibilità di ripristinare il testo originario del decreto – che reintroduce un’immunità penale parziale per i proprietari e i manager della ex-Ilva di Taranto; stanzia circa 17 milioni per consentire la decontribuzione dei contratti di solidarietà alla Whirlpool; 3,5 milioni per le emergenze in Sardegna ; 30 per le questioni aperte in Sicilia; introduce agevolazioni tariffarie per le industrie energivore; prevede nuovi tutele per i rider; la proroga delle retribuzioni dei lavoratori socialmente utili e la stabilizzazione dei precari dell’Anpal e, appunto, stanzia un milione per Isernia – per sbloccare la pubblicazione.

Ma, il contesto politico gioca un ruolo fondamentale e quel provvedimento così tanto atteso da circa 31mila lavoratori, compresi i 284 dell’ex Ittierre, è diventato ormai terreno di scontro e di accuse reciproche, tra 5 Stelle e Lega.

La buona notizia che circola sulla stampa nazionale è che, per l’approvazione definitiva del decreto, ci sarà bisogno di un Consiglio dei ministri straordinario. E qualcuno si spinge a dire che potrebbe riunirsi la prossima settimana.

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