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Salvare i Punti Nascita. Toma in Commissione Salute: numero minimo dei parti e carenza di medici, registro un’accelerazione

I dati scientifici a disposizione, in un tempo in cui l’età media della partoriente è sempre più alta, obbligano a scegliere la sicurezza piuttosto che la comodità. Gli ultimi dati disponibili del 2018 evidenziano che in Italia su 418 punti nascita, ben il 15% presenta meno di 500 parti/anno e circa 27.000 bambini sono nati in tali strutture, che non sono in grado di garantire la migliore esperienza clinica e l’organizzazione necessarie per prevenire ed eventualmente affrontare le pur rare situazioni a rischio”. L’apertura arriva quando si tocca il tasto delle condizioni geografiche particolari. “Nelle aree di montagna o nelle zone disagiate, è ritenuto opportuno tenere aperto un punto nascita con un volume di attività inferiore ai 500 parti ma questo deve comunque garantire criteri di sicurezza ed adeguati mezzi di trasporto in caso di necessità, come previsto dal DM 11/11/2015, che attribuisce al Comitato Percorso Nascita nazionale di esprimere una valutazione “consultiva” su richieste di deroga avanzate da Regioni e Province Autonome”. Si prospetta quindi la possibilità di una collaborazione per la costituzione di un tavolo tecnico che possa occuparsi di una strategia condivisa per l’attuazione dell’Accordo Stato-Regioni, a garanzia prioritaria della sicurezza di mamme e bambini.

Sul fronte delle proposte per l’emergenza legata alla carenza di medici per rendere uniformi le possibilità di reclutamento del personale e snellire il sistema, sono state avanzate alcune proposte sulle quali si aprirà il confronto: la possibilità, in deroga per 3 anni, di assunzione dei medici a partita Iva; l’ accelerazione sui contratti di formazione-lavoro per gli specializzandi agli ultimi due anni di corso; la riduzione della durata delle specializzazioni; l’abilitazione professionale al momento della laurea; la possibilità di scorrere le graduatorie anche oltre i posti messi a concorso. Sarebbero queste le principali mosse allo studio delle Regioni oggetto del documento del coordinatore della Commissione salute Icardi che sarà portato la prossima settimana in Conferenza dei presidenti per essere approvato e poi trasmesso al Ministero della Salute e al Miur per avviare un confronto che si allargherà anche ai sindacati di categoria.

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