Il primario del reparto ospedaliero denuncia in un post su Facebook la situazione ormai al collasso
ISERNIA. “Ed anche oggi siamo usciti dal girone dantesco del Pronto Soccorso di Isernia”, esordisce in un post su Facebook il primario del reparto del Veneziale dottor Lucio Pastore. “In un crescendo senza fine abbiamo avuto anche 40 pazienti contemporaneamente presenti nei nostri locali. Immaginate soltanto due medici e tre infermieri a cercare di dare risposta a questa massa di pazienti. Ma badate bene, i pazienti transitati sono molto di più perché mentre ne sono presenti 40 altri sono stati trattati e dimessi”.
“È un lavoro altamente stressante e pericoloso perché in questo contesto è difficile poter valutare bene tutte le patologie e si rischia l’errore – spiega Pastore – Tenete presente che alcuni di questi pazienti stazionano da giorni perché non abbiamo posti letto dove ricoverarli e dovremmo provvedere in condizioni assurde a somministrare terapie per cronici. Altri hanno bisogno di consulenze specialistiche e devono essere caricati su ambulanze e, da viaggiatori viaggianti trasportati in diversi nosocomi e riportati a stazionare nei nostri locali. Altri ancora hanno bisogno di essere dializzati ed in assenza sempre di posti letto stazionano in pronto soccorso. Poi ci sono gli adempimenti burocratici che ti inchiodano al computer per un tempo infinito. Poi, ancora, scatta la rabbia dei pazienti che se la prendono con il personale perché ritengono di non aver avuto tutta l’attenzione necessaria o un ritardo nell’assistenza clinica o igienica. Tutto questo – attacca il primario – mentre le solite strutture protette clientelarmente non subiscono l’assalto alla baionetta”.
Un duro sfogo, che arriva anche a difesa dei colleghi. “Sono 40 anni che lavoro in questo ospedale ma un ‘atmosfera da disgregazione di fine impero come ora non si era mai vista. Il gioco portato avanti dalla politica per privatizzare il sistema e difendere le strutture clientelistico familiari forti va avanti ed il Pronto Soccorso dovrebbe sopperire alle enormi deficienze organizzative. Il personale è stressato e demotivato e non si vede un futuro decente in prospettiva. Scrivo queste cose – specifica Pastore – a futura memoria visto che la politica come muro di gomma continua nel suo disegno di distruzione del sistema pubblico. Sinceramente il nuovo commissario Asrem sta realmente cercando di dare qualche risposta ma in questo contesto la sua buona volontà e competenza viene annullata da un contesto ormai alla frutta. E così sia, visto che qualsiasi azione di contrasto al degrado viene annullata da una classe politica indecente”.
La chiosa, infine, pregna di amarezza: “Preparatevi a rinunciare alle cure o a sborsare molti più soldi di quelli che siete costretti a pagare ora. Ormai siamo alla fine di un sistema realmente universalistico…”
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