L’Unione delle Camere penali, con numeri alla mano, costringe Bonafede a ritrattare. Nei giorni scorsi il ministro, cadendo dalle nuvole, affermava: “Gli innocenti non finiscono in cella”. E oggi corre ai ripari
Una frase ‘improvvida’ quella pronunciata nei giorni scorsi dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che in tv ha affermato: “Gli innocenti non finiscono in carcere”. A fare da contraltare a tali dichiarazioni, smentendo di fatto l’assunto, è oggi il presidente dell’Unione delle camere penali che non solo rende noti numeri importanti per quanto concerne le detenzioni ingiuste, ma evidenzia numeri da capogiro per quanto riguarda i risarcimenti.
Dal 1992 al 2018 circa 27mila persone hanno ottenuto risarcimenti per essere finite in carcere da innocenti. E soltanto una parte degli aventi diritto rivendica effettivamente un indennizzo e non tutti poi lo ottengono. Questo a significare che le vittime di una carcerazione ingiusta sono molte di più. “Mille all’anno, tre al giorno, uno ogni otto ore”: incalza il presidente dell’Unione camere penali Gian Domenico Caiazza. E il costo per lo Stato è di 700 milioni di euro.
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