Strage razzista, undici persone uccise. Il responsabile: alcuni popoli vanno annientati

L’ombra del un nuovo terrorismo di destra dietro l’attacco ai ‘sisha bar’ dove si raduna la comunità turca

La Germania si è svegliata nel dolore oggi, dopo che stanotte ad Hanau sono morte 11 persone e 4 sono rimaste ferite in una strage classificata come un “presunto atto di terrorismo” di matrice probabilmente “xenofoba” dagli inquirenti della Procura federale tedesca, che ha acquisito le indagini. Ipotesi confermate anche stamani dal ministro dell’Interno dell’Assia, Peter Beuth, che ha parlato nel parlamento regionale. A colpire è stato un 43enne tedesco di Hanau, sostenitore di teorie di destra estrema e spinto dall’odio per gli stranieri. L’uomo ha agito ieri sera intorno alle 22, davanti a due cosiddetti ‘shisha bar’, locali molto amati dalla comunità turca in cui si fuma il narghilè.

Stando alla Bild on line, in uno scritto ritrovato dagli inquirenti, lo stesso attentatore avrebbe rivendicato il massacro affermando come alcuni popoli che non si possono più espellere dalla Germania vadano “annientati”. Tesi razziste e xenofobe sono inoltre contenute in una pagina su internet attribuita all’uomo, che diffondeva in internet le sue teorie di destra radicale. Nel bilancio della drammatica notte ci sono anche l’attentatore e sua madre, i cui corpi sono stati ritrovati senza vita nel loro appartamento. L’ultima strage vissuta in Germania è quella del mercatino di Natale del dicembre 2016 a Berlino, dove il tunisino Anis Amri uccise dodici persone travolgendo la folla con un camion. Lo scorso ottobre ad Halle un uomo ha attaccato una sinagoga e un fast food, uccidendo due persone. Anche in quel caso, quando ad agire fu un ventisettenne neonazista, si è rischiata una carneficina. La settimana scorsa era stata sgominato un gruppo di terroristi di destra, che avrebbe voluto mettere a segno attentati contro musulmani profughi e politici per scatenare una guerra civile in Germania e sovvertire l’ordine: erano state arrestate 12 persone su 13.

Un fiume di dichiarazioni è giunto in queste ore, riportate da Ansa all’indomani della strage. “Condanno questo massacro che attenta alla pace e alla libertà della nostra società”, ha affermato Beuth. “È un giorno quanto mai triste per la Germania”, ha detto la cancelliera Angela Merkel, che ha definito la strage di Hanau un crimine “agghiacciante”. “Il razzismo è un veleno, l’odio è un veleno che esiste nella nostra società”, ha poi aggiunto. “Ci aspettiamo che le autorità tedesche facciano il massimo sforzo per far luce” sulla strage di Hanau. “Il razzismo è un cancro collettivo”, scrive su Twitter Ibrahim Kalin, portavoce del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, esprimendo le condoglianze di Ankara ai familiari delle vittime e augurando una rapida guarigione ai feriti. Sull’attacco è intervenuto anche il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu: “Se i Paesi europei non riescono a fermare il razzismo al loro interno, può diventare estremamente pericoloso”, ha detto. “Questo crimine abominevole ci sconvolge e ci lascia senza parole”, hanno aggiunto i due leader dell’ultradestra di Afd, Alexander Gauland e Alice Weidel; “I nostri pensieri vanno alle vittime di questo crimine spietato e ai loro parenti”, hanno aggiunto, augurando una veloce guarigione ai feriti. “Il nostro dibattito politico non deve eludere la questione che, 75 anni dopo la fine della dittatura nazionalsocialista in Germania ci sia di nuovo il terrorismo di destra”, ha aggiunto il vicecancelliere socialdemocratico Olaf Scholz, chiedendo una reazione adeguata alla politica e alla società.

Pierre

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