Le raccomandazioni contenute nel documento tecnico stilato dall’Inail e sottoposto al Governo per la riorganizzazione delle attività
In attesa del piano ufficiale per la ‘fase 2’ dell’emergenza, l’Inail ha stilato un documento tecnico sottoposto al Governo per fornire precise indicazioni circa la riorganizzazione del lavoro nelle aziende. Un documento – sintetizzato da Fanpage – recante la classificazione del rischio nelle fabbriche e negli uffici secondo tre variabili: esposizione (la probabilità di venire in contatto con fonti di contagio nello svolgimento delle specifiche attività lavorative, come ad esempio per il settore sanitario, quello della gestione dei rifiuti speciali, laboratori di ricerca, ecc.); prossimità (le caratteristiche intrinseche di svolgimento del lavoro che non permettono un sufficiente distanziamento sociale, come nelle catene di montaggio, per parte del tempo di lavoro o per la quasi totalità; aggregazione (la tipologia di lavoro che prevede il contatto con altri soggetti oltre ai lavoratori dell’azienda, come nella ristorazione, commercio al dettaglio, spettacolo, alberghiero, istruzione, ecc.).
Ma i tre parametri sono pur sempre indicativi, in quanto – evidenzia l’Istituto – è importante la capacità delle aziende stesse di incidere sul rischio con l’attuazione di contromisure di sicurezza.
Le attività considerate più esposte all’eventuale contagio sono: farmacie, forze dell’ordine, sanità e assistenza sociale, agenzie funebri, parrucchieri.
A rischio medio-alto sono: manutentori, corrieri, addetti alle mense, camerieri, microbiologi, badanti, lavoratori dello spettacolo, interpreti.
Rischio medio-basso per: lavoratori impegnati in attività artistiche, sportive o di intrattenimento, cassieri, operai edili, operatori ecologici, istruzione.
Rischio basso, infine, per: agricoltura, silvicoltura e pesca, attività manifatturiere, costruzioni, commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di motocicli e autoveicoli, trasporto e magazzinaggio, attività dei servizi di alloggio e ristorazione, servizi di informazione e comunicazione, attività finanziarie e assicurative, attività professionali scientifiche e tecniche, amministrazione pubblica e difesa.
ED ECCO LE NUOVE REGOLE DELLA FASE 2:
Ventilazione continua, turnazione e riduzione del tempo di permanenza nelle mense, nei punti di ristoro, spogliatoi, servizi igienici. Entrate e uscite dagli uffici dovranno essere scaglionate, gli orari andranno differenziati, anche per evitare assembramenti sui mezzi pubblici, e le trasferte dovranno essere ridotte al minimo indispensabile.
Il lavoro a distanza resta privilegiato in molti settori. Tuttavia, anche in questo caso l’Inail fornisce raccomandazioni: necessaria “l’assistenza nell’uso di apparecchiature e software nonché degli strumenti di videoconferenza, incoraggiando a fare pause regolari”.
Ogni azienda dovrà rendere disponibili e visibili poster, locandine e brochure che pubblicizzano le misure impartite da Ministero della Salute e Istituto superiore di sanità, oltre a mettere a disposizione prodotti detergenti e igienizzanti. L’Inail consiglia, altresì, nelle aree geografiche con più alto tasso di contagi o nelle aziende in cui sono stati registrati casi sospetti, l’effettuazione di operazioni di sanificazione degli ambienti. L’utilizzo delle mascherine chirurgiche dovrà essere previsto negli ambienti comuni.
Dove non è presente già la figura del medico, in via straordinaria, nelle aziende va pensata la nomina di un medico competente ad hoc per il periodo emergenziale o soluzioni alternative, anche con il coinvolgimento delle strutture territoriali pubbliche (ad esempio, servizi prevenzionali territoriali, Inail, ecc.). Per i lavoratori con più di 55 anni di età o per gli individui con patologie pregresse potrebbe essere introdotta la ‘sorveglianza sanitaria eccezionale’. In attesa dei test sierologici poi, che offriranno un quadro più chiaro della copertura immunitaria, il lavoratore potrebbe avere un”inidoneità temporanea’ o limitazioni dell’idoneità per un determinato periodo.
Per l’attuazione di tale misura l’Inail consiglia un attento monitoraggio della temperatura corporea dei lavoratori, anche con l’impiego di termoscanner all’ingresso dei luoghi di lavoro, e se la temperatura dovesse risultare superiore ai 37,5° C, non sarà consentito l’accesso nella sede di lavoro.
Queste persone saranno “momentaneamente isolate e fornite di mascherine”, non dovranno recarsi al Pronto Soccorso o nelle infermerie dell’azienda, ma dovranno contattare nel più breve tempo possibile il proprio medico curante e seguire le sue indicazioni.
Se un lavoratore, durante il turno di lavoro, dovesse sviluppare febbre e sintomi di infezione respiratoria, come la tosse, sarà obbligato ad allertare immediatamente all’ufficio del personale; l’azienda procederà immediatamente ad avvertire le autorità sanitarie competenti e i numeri di emergenza per il coronavirus forniti dalla Regione o dal Ministero della Salute.
LEGGI QUI IL DOCUMENTO INAIL
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