La direzione generale di FCA ha comunicato alle organzizzazioni sindacali che lunedì ripartirà la produzione in diversi stabilimenti industriali tra cui Sevel in val di Sangro per Ducato e di alcuni reparti connessi per la componentistica a Melfi, Pomigliano, Termoli e Mirafiori. Contrari alla riapertura anticipata i sindacati di base, tra cui Soa e FlmUniti Cub pei quali in questo modo si richia di compromettere la salute e la sicurezza degli operai
TERMOLI. Fca ha ufficialmente comunicato l’intenzione di riprendere la produzione del Ducato in Sevel a partire da lunedì, decisione che a sua volta coinvolge alcuni reparti connessi per la componentistica a Melfi, Pomigliano, Termoli e Mirafiori, dove si faranno anche le preserie prototipali della 500 elettrica nell’ambito delle attività di ricerca e sviluppo già autorizzate. Della decisione, motivata con la strategicità dello stabilimento Sevel, è in corso in queste ore il confronto con il governo e con le prefetture territorialmente competenti.
Una decisione che è stata fortemente criticata dai sindacati di base Soa ed Flmuniti cub provinciale di Campobasso.
“Il decreto ministeriale anti covid 19 – si legge in una nota a firma di Andrea Di Paolo per il Sindacato Operai Autorganizzati e Alfredo Tamburini per Flmuniti Cub Provinciale di Campobasso – ha prorogato i termini di chiusura per i servizi non essenziali fino al 3 Maggio 2020 salvo eventuali proroghe ma la Fiat Fca chiede la riapertura dello stabilimento addirittura una settimana prima dell’indicazione data; è evidente che l’azienda multinazionale ha fretta di ripartire nonostante permangano le misure restrittive per le famiglie. Noi – aggiungono Di Paolo e Tamburini – ci chiediamo nuovamente se produrre auto, con una pandemia mondiale, sia una necessità. La FCA Fiat ha dipendenti che risiedono in 37 comuni molisani colpiti dal virus nonché un elevato numero di pendolari. Davvero – chiedono Soa e Filmuniti Cub – la prefettura di Campobasso è disposta ad assumersi questa responsabilità? La regione – denunciano i sindacati – come al solito è impegnata nei balzelli politici di palazzo e non proferisce parola così come il sindaco di Termoli che continua a guardare alla finestra .
La nostra richiesta – incalzano – e’ chiara , non autorizzare frettolose riprese di attività lavorative non essenziali nella nostra regione . Prima la vita e dopo forse i numeri” – aggiungono Di Paolo e Tamburini. “Per consentire di lavorare in tempo di coronavirus, la rete deit rasporti pubblici deve poter garantire il massimo rispetto delle norme come d’altronde le aziende che producono devono garantire l’incolumità dei lavoratori. La popolazione – concludono – è già fortemente provata e ha voglia di ripartire ma nei tempi e nei modi giusti”.
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