Il ragazzino di quinta elementare ha insultato la sua insegnante in un tema e quest’ultima, dopo una serie di incontri andati a vuoto tra scuola e famiglia, ha portato il caso in tribunale. La decisione è del giudice di pace di Conegliano Veneto
Una vicenda che parte tra i banchi di scuola e finisce in tribunale, con tanto di condanna per i genitori di un alunno. I fatti sono accaduti a Conegliano Veneto, in provincia di Treviso. A raccontarli TgCom24.
La maestra assegna ai suoi ragazzini di quinta elementare un tema dal titolo ‘Lettera a un mio amico’. E, al momento della correzione degli elaborati, l’amara scoperta: un alunno l’ha insultata ripetutamente dandole della “sclerata”, “impazzita” e definendola finanche “da ricovero”.
Il fatto è stato prontamente segnalato al preside, il quale si sarebbe attivato a convocare un incontro scuola-famiglia per dirimere la controversia, cercando di comprenderne le ragioni.
Richieste di confronto cui i genitori del bambino si sarebbero negati, limitandosi a spiegare che le parole del tema altro non fossero che una reazione a uno stato di disagio. Poi, a conclusione dell’anno scolastico, il bambino avrebbe consegnato in fretta un foglio alla maestra con su scritto: “Mi scuso per quello che ho scritto nel tema”.
Ed ecco che la maestra ha deciso di ricorrere in tribunale e chiedere un risarcimento per i danni personali e professionali subiti. Causa vinta e risarcimento concesso.
“Un bambino – ha spiegato il giudice nelle motivazioni della sentenza, riportate sempre da TgCom – può scrivere quello che vuole, ma è la famiglia responsabile del proprio figlio minore ed è necessario che sia disponibile a un’azione educativa nei confronti del bambino, insieme alla scuola. Invece i genitori si sono sottratti al loro ruolo, anzi hanno sobillato il ragazzino contro la scuola”.
Pronunciamento cui ha fatto seguito un commento del sindacato insegnanti: “Questo pronunciamento rappresenta un’importante vittoria – si legge – Nonché un rilevante precedente per frenare la deriva di comportamenti aggressivi e denigratori sempre più spesso attuati con superficialità da alcuni genitori e alunni. Occorre portare l’attenzione su una più ampia riflessione rispetto all’importanza del ruolo che la figura del docente invece riveste sotto il profilo educativo e formativo”.
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