L’INTERVISTA AL PATRON DI RISIO. E mentre la casa automobilistica di macchia d’Isernia lancia il secondo suv della nuova gamma Dr, il patron Massimo Di Risio approda sul Corriere della Sera con una intervista a cura di Daniele Sparisci. L’imprenditore molisano è descritto come un pioniere, che ha vinto la sfida del salto da venditore a costruttore, “contro gli scettici”. E che, nonostante il lockdown, si è presentato al mercato prima con la Evo Electric e poi con i due suv DR 5.0 e DRF35. Di Risio, dichiarando “un moderato ottimismo sulla ripresa”, dice la sua sull’attuale mercato dell’auto: “Per rialzare il settore servirebbero incentivi alla rottamazione, anche crisi così possono diventare opportunità, perché nell’emergenza sanitaria l’automobile ‘di proprietà’ torna centrale. E lo Stato, sostenendola, otterrebbe diversi vantaggi: ambientali, perché abbiamo un parco circolante fra i più vecchi d’Europa; economici, perché incasserebbe dall’aumento del gettito dell’Iva e dalle altre accise; e occupazionali, con effetti sull’intero indotto”. Poi la convinzione che sarebbe sbagliato riservare benefit alle sole elettriche: “Nel breve periodo – afferma ancora Di Risio al Corsera – esistono alternative come il Gpl, alla portata di tutti, non solo di chi vive in città”. In sostanza, per il presidente della DR l’elettrico non è ancora maturo per una mobilità di massa, e privilegiare un’unica strada, rischia di sbarrarne altre in un momento in cui il portafogli si è alleggerito. Infine, la battuta su un desiderio futuro. Alla domanda su cosa manchi, Di Risio risponde sorridendo: “Una bella auto sportiva in gamma, seguirebbe la tradizione di famiglia”.

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