In caso di positività, subito tamponi. Il Comitato tecnico: analisi 15 giorni prima della data dell’avvio delle lezioni. Previsti due milioni di esami
Il Comitato tecnico scientifico ha consegnato al Governo le indicazioni in vista della ripartenza della scuola a settembre. Ed ecco che almeno 15 giorni prima dell’inizio delle attività didattiche gli insegnanti e il personale dovranno effettuare il test sierologico. In caso di esito positivo si passerà alla prova del tampone.
Già nei giorni scorsi il premier Conte, il ministro della Salute Speranza e il ministro dell’Istruzione Azzolina sembravano concordare su tale strada, manca dunque solo la decisione finale. Con il commissario Domenico Arcuri che sarebbe già pronto – riferisce il CorSera – ad attivare la gara d’appalto per la fornitura di due milioni di test.
Lo screening riguarderà circa un milione e 900mila persone. Non potrà essere obbligatorio, tuttavia è più che prevedibile un’adesione massiccia. La pianificazione sarà effettuata in collaborazione con le Regioni che dovranno fornire l’elenco degli istituti scolastici e programmare l’effettuazione delle analisi in accordo con i provveditorati. A quel punto — questo è il suggerimento dei componenti del Comitato tecnico scientifico, riportato sempre dal CorSera — potrebbe rivelarsi indispensabile l’impiego dei soldati e delle forze di polizia che si recheranno negli istituti con i kit e procederanno ai prelievi.
Diversa, invece, – si legge – l’indicazione sugli studenti: secondo gli scienziati le verifiche dovranno essere fatte ‘a campione’ durante il corso di tutto l’anno. In quanto tra bambini e giovani si tratta di circa 8 milioni di persone. In proposito, si sta testando l’efficacia dei test salivari. Se la sperimentazione dimostrerà che i risultati sono attendibili, si pensa di programmare verifiche di questo tipo. Intanto, fanno fede le prescrizioni già fornite nelle linee guida emanate ad oggi.
Pertanto, così come per tutti gli altri luoghi, chi ha una temperatura superiore ai 37,5° non potrà entrare. Niente termo-scanner, ma uno studente con sintomi deve rimanere a casa e, soprattutto, segnalare alla Asl la situazione sanitaria in modo che si possa procedere al tampone per poter così escludere il contagio. In caso di positività, si procederà all’isolamento immediato, mentre per studenti e insegnanti con i quali è entrato in contatto scatterà la procedura di controllo.
Restano da chiarire i nodi mascherine, distanze e medico competente. Per gli scienziati “la mascherina dovrà essere indossata quando si sta a contatto con gli altri e non è possibile garantire il distanziamento di almeno un metro”. In buona sostanza, niente mascherina se si è al banco a seguire le lezioni, su quando ci si muove per andare negli spazi comuni, dal bagno alla palestra.
Per quanto attiene il medico, si sta valutando la presenza di professionisti ad hoc negli istituti.
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