Solo 8 i voti favorevoli, quelli dei Cinque stelle e dei Dem, con 12 voti contrari, quelli dell’intera maggioranza, compatta col presidente della Regione, astenuto Michele Iorio. Maggioranza compatta col presidente della Regione e Iorio astenuto. Lunghissimo dibattito in Consiglio regionale, con la maggioranza che si è ricompattata per evitare l’interruzione anticipata della legislatura e in vista del rimpasto che dovrebbe portare in Giunta Aida Romagnuolo al posto dell’esterno Michele Marone


di CARMEN SEPEDE

CAMPOBASSO. Nessun ribaltone. Nessuna interruzione anticipata della legislatura. Si va verso la bocciatura della mozione di sfiducia al governatore Donato Toma, con la maggioranza che si è schierata compatta – pur con dei distinguo e con critiche tutt’altro che velate – a difesa del presidente della Regione e a difesa della prosecuzione della legislatura fino a scadenza naturale. Come nelle previsioni della vigilia. E con la mozione che alla fine ha ottenuto solo 8 voti, quelle dei Cinque stelle e dei dem, vista anche l’astensione di Michele Iorio. Contrari tutti e 12 i consiglieri di maggioranza. 

“Un atto temerario di Pd e M5s e un tentativo di delegittimare questo governo e in particolare il suo presidente – così ha definito la sfiducia Toma, prendendo la parola in aula per circa 45 minuti – Un attacco politico, con l’obiettivo di aprire una crisi di governo al buio, rischiando di creare gravi difficoltà al Molise, mentre sarebbe stato opportuno fare fronte comune e lavorare insieme per fronteggiare la crisi”.

“Paradossalmente – ha aggiunto il presidente – mentre a livello nazionale M5s e Pd giudicano inopportune nuove elezioni che vengono etichettate come un atto scellerato e deleterio per il Paese, a livello locale i rappresentanti di questi due partiti fanno l’esatto contrario”.

Quindi l’analisi. “Sicuramente ho commesso alcuni errori negli ultimi anni – ancora Toma – ma qualcosa ho corretto anche in relazione alle indicazioni della minoranza e a quelle ricevute dai rappresentati della maggioranza, con i quali abbiamo avuto qualche diatriba”. I contrasti nel centrodestra etichettati a “forte dibattito interno e giusta dialettica, a volte effervescente”.

Quindi l’apertura politica a Michele Iorio, raccolta dall’ex governatore, che ha ribadito la sua astensione sulla sfiducia – lo aveva già fatto questa mattina – e ha raccolto l’invito di Toma a un maggior dialogo “sono favorevole all’interlocuzione e non le chiederò di entrare in Giunta”.

“E’ necessario cambiare metodo e rinsaldare il dialogo all’interno della coalizione”, l’invito di Mena Calenda del Gruppo Misto. Ancora più duro Andrea Di Lucente, dei Popolari per l’Italia, che pur annunciando il voto contrario sulla sfiducia, ha invitato il governatore, “il cui operato non sempre ho condiviso”, a un cambio di rotta, “altrimenti la sfiducia arriverà dai consiglieri di maggioranza”. Poi l’attacco agli assessori ed in particolare alla compagine di Forza Italia, rappresentanti in Giunta e coordinatrice del partito Annaelsa Tartaglione, “che sta portando il partito verso il baratro”.

Appello alla condivisione anche dalle parole del presidente del Consiglio Salvatore Micone. “I risultati dal punto di vista amministrativo li ha raggiunti, presidente, e glielo riconosco. Riguardo la politica è un’altra cosa, non ci possiamo accontentare, dobbiamo migliorarci utilizzando meglio assessori e consiglieri eletti, perché siamo contro i nominati – le sue parole – Ma la condivisione va ricercata e ritrovata, dando rappresentanza a tutte le forze politiche. E soprattutto dia voce a chi è stato eletto dal popolo e dica basta ai partiti padroni, trasmetta la volontà di fare qualcosa di diverso, con visione e programmazione”.

Quindi il botta e risposta tra Andrea Greco e l’assessore Vincenzo Niro, che il pentastellato ha definito “l’Eric Forrester della politica molisana”, a cui il leader regionale dei Popolari per l’Italia ha risposto dicendo “sono qui da 20 anni perché non ho padroni”.

A chiudere il dibattito il vice presidente della Giunta Vincenzo Cotugno. Che ha puntato il dito sul lavoro svolto, a partire dai settori di Turismo e Cultura, per parlare poi delle iniziative programmate per il rilancio dell’economia molisana, dopo l’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19, “facendo di più per costruire, tutti insieme, un Molise migliore”.

Intorno alle 19, dopo un’intera giornata di dibattito e alle conclusioni finali del governatore Donato Toma il voto: 8 sì, i voti di Pd e M5s, 12 no, tutta la maggioranza, compreso il presidente della Regione, 1 astenuto, Michele Iorio. Come da programma.

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