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Migranti, a Isernia si attiva la rete per migliorare accoglienza e integrazione

A mettere in campo strumenti e competenze sarà un partenariato pubblico-privato guidato da tre Comuni che hanno messo insieme le forze: oltre all’ente di Palazzo San Francesco scendono in campo anche Agnone e Venafro


ISERNIA. Migliorare e potenziare i servizi di accoglienza e integrazione. Con questo obiettivo ha preso il via a Isernia e in provincia un’operazione di rete che inciderà profondamente nel panorama dei servizi.

A mettere in campo strumenti e competenze sarà un ricco partenariato pubblico-privato guidato da tre Comuni che hanno saputo mettere insieme le forze. Per migliorare le competenze degli operatori pubblici che si occupano di migranti ed orientare i cittadini di paesi terzi ai servizi della pubblica amministrazione.

Verranno potenziati i servizi sociali. Sarà attivato un sistema di monitoraggio dell’intero fenomeno migratorio. Giovani stranieri e giovani italiani verranno inseriti in percorsi info-formativi. Un moderno clima di sensibilizzazione che trova origine nei temi della protezione internazionale avvolgerà il tutto.

Tutto questo è il progetto MOVIT-Molise Verso l’InTegrazione, realizzato con le risorse del Fondo FAMI, Fondo asilo migrazione e integrazione 2014-2020. FAMI è uno strumento finanziario del Ministero dell’Interno per la gestione integrata dei flussi migratori in tutti gli aspetti del fenomeno: asilo, integrazione e rimpatrio. La Prefettura di Isernia sarà Partner di Progetto e si occuperà di supervisionare tutte le attività intraprese.

Capofila è il Comune di Isernia. Gli altri partner pubblici sono il Comune di Venafro e il Comune di Agnone. Il lavoro del capofila sarà supportato dal partner NuovAssistenza Onlus, cooperativa selezionata tramite avviso pubblico per l’esperienza maturata e i risultati raggiunti nella gestione di cittadini di Paesi terzi. La Prefettura di Isernia soprintenderà a tutte le azioni di accoglienza ed inclusione previste in maniera sinergica, come mai fatto prima, attraverso azioni di empowerment sul sistema dei servizi sociali rivolti ai migranti.

Ai Comuni spetterà tessere una rete di governance provinciale e creare il Tavolo dei nuovi-Molisani, un sistema di incontri tematici con i rappresentanti delle amministrazioni locali, dei servizi socio-sanitari, delle scuole, del mondo del commercio e del lavoro volti ad incidere sulle strategie e sule iniziative indirizzate alla popolazione migrante a livello comunale e provinciale. Partner scientifico l’Università degli Studi del Molise che si occuperà di valutazione d’impatto e disseminazione dei risultati.

Il team di professionisti ha dato ufficialmente il via ai lavori il 18 maggio scorso con un primo incontro di startup. Avviata una fase preparatoria di tutta la documentazione si passerà alla realizzazione degli step previsti dal cronoprogramma.

Si partirà subito (entro la fine di luglio) con 3 Sportelli di orientamento e accompagnamento rivolti a cittadini di origine straniera, che avranno sede nei tre Comuni coinvolti e saranno a carico della cooperativa NuovAssistenza Onlus. Ad essi si unirà un quarto Sportello Migranti di prossimità che coprirà tutto il territorio affinché nessuna zona rimanga scoperta. Tutti gli sportelli, composti da operatori esperti, forniranno orientamento a tutti i cittadini stranieri e saranno rivolti anche agli ex beneficiari SPRAR, in continuità con le attività di integrazione pregresse, affinché sia sostenuto anche chi è fuori dalla protezione.

Intanto è partita la fase di raccolta dati da parte dell’Università. E con l’avvio dell’anno scolastico, norme anti Covid permettendo, andranno a regime i primi step di un piano d’azione che vede coinvolti ben 52 Comuni. Completerà l’opera una serie di percorsi info-formativi, Alla (ri)scoperta del Molise, rivolti alle nuove generazioni, italiane e non, in un processo di scambio culturale e di conoscenza basato sul territorio locale, patrimonio comune da vivere e da difendere insieme.

Tutti gli ingranaggi si metteranno in moto per creare un sistema di integrazione completo e moderno. E soprattutto funzionale a coloro che prenderanno in mano le redini del destino di questi territori: i giovani, tutti, senza alcuna distinzione legata alla provenienza. Affinché si pongano le basi per un futuro lavorativo frutto di inclusione vera, concreta e fruttuosa che faccia bene a tutta la comunità accogliente.

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Deborah

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