Una volta raggiunta la radice della pianta il batterio si sposta verso gli apici ifali e, ‘dissociandosi’ dal fungo, penetra nella radice ma al tempo stesso impedisce l’accesso del patogeno e l’inizio del processo infettivo che avrebbe esito letale per la pianta. 

Il batterio R. aquatilis, nell’interazione con il fungo, inizia a produrre grandi quantità di acido gluconico, un composto che non solo non danneggia la pianta ma la protegge dal patogeno e le permette anche di migliorare la capacità di assorbire dal suolo composti come il ferro e altri elementi minerali essenziali. Il fungo fitopatogeno per infettare la pianta ha bisogno di un pH elevato (alcalino), ma l’acido gluconico secreto dal batterio riesce ad abbassare il pH in modo molto efficiente, bloccando così la capacità del fungo di aggredire la pianta e produrre infezione. Meccanismi così complessi e specifici sono il risultato di una lunga interazione e co-evoluzione tra microrganismi come funghi e batteri e tra questi e le piante.

I risultati della ricerca evidenziano l’importanza della collaborazione internazionale tra gruppi di ricerca con competenze complementari: il team italiano dell’Università del Molise ha una consolidata esperienza nella selezione, valutazione e caratterizzazione di microrganismi agenti di lotta biologica, avendo costituito negli anni un’ampia collezione di ceppi microbici e sviluppato alcuni brevetti, mentre il team dell’Università di Cordoba è leader negli studi di genetica dei funghi, avendo costituito e caratterizzato un’ampia collezione di ceppi mutanti del fungo fitopatogeno Fusarium oxysporum.
La proficua collaborazione fra i due team di ricerca ha permesso la generazione di nuove importanti conoscenze che potranno favorire un grande progresso nello sviluppo di un’agricoltura sempre più sostenibile, rispettosa dell’ambiente e del consumatore.

Alle ricerche vi hanno partecipato (per l’Università del Molise) il dottor Davide Palmieri e il professor Giuseppe Lima. Per l’Università di Cordoba il dottor David Turrà la dottoressa Stefania Vitale e il professor Antonio Di Pietro.

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