Italia fuori dalle Olimpiadi? La ‘colpa’ è di Conte. Vergogna per gli Azzurri

Il Cio sembra aver deciso: atleti costretti a gareggiare senza divisa, bandiera e inno. Ma il disastro era stato annunciato già nel 2019. Il commento della deputata FI Annaelsa Tartaglione: “Un danno d’immagine enorme e senza precedenti”

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ROMA. Il Comitato olimpico internazionale sembra aver deciso: l’Italia verrà pesantemente sanzionata nella sua partecipazione alle Olimpiadi di Tokyo 2021, posticipate di un anno a causa del coronavirus. La decisione, salvo provvedimenti dell’ultima ora, sarà ufficializzata mercoledì 27 gennaio alle ore 17:30. Lo rivela La Repubblica in un clamoroso articolo di lunedì 25 gennaio. “Vi supplico, serve un provvedimento tampone del Governo italiano che fermi la delibera del Cio, qualsiasi altra cosa sarebbe un suicidio o autolesionismo”: così Giovanni Malagò, presidente del Coni, ha chiesto – per non dire implorato – di fronte alle commissioni competenti della Camera dei deputati sul rischio di sanzioni in caso di un mancato intervento legislativo per salvaguardare l’autonomia del Coni.

La controversia è nata nel 2019, ai tempi del Conte 1, quando il Senato approvò un testo di legge che dava all’allora governo Lega-M5S delega appunto per conferire autonomia al Coni. Ma questa decisione confligge con la Carta olimpica, che prevede come i Comitati olimpici nazionali debbano invece conservare tale autonomia dai Governi per rispondere in pieno al proprio ruolo. Vuoto mai sanato, rimasto tale anche a seguito della controriforma del ministro Spadafora nel Conte 2.

“Al Coni non è consentito di rispondere in pieno del suo ruolo di Comitato olimpico e di operare in accordo con la Carta Olimpica”, si leggeva in una delle lettere partite ai tempi dalla sede del Cio di Losanna, con il presidente Thomas Bach che chiedeva un intervento urgente “nell’interesse dello sport italiano”. Una seconda lettera, pochi mesi dopo, ricordava di risolvere le questioni “ancora pendenti”. La soluzione potrebbe sistemarsi con una convocazione del Consiglio dei ministri da parte del premier Conte, già nella giornata di martedì 26. Il decreto, secondo quanto riferisce Malagò alla Gazzetta dello Sport, esisterebbe già, ma sarebbe fermo, forse anche dimenticato, schiacciato in mezzo alla crisi di governo. La figuraccia mondiale che il Cio, per colpa di questa ‘dimenticanza’ del Governo, infliggerebbe al Coni e allo sport italiano sarebbe senza precedenti, se non venisse trovata una soluzione: gli atleti azzurri potrebbero essere costretti a gareggiare come ‘indipendenti’, senza divisa, bandiera e senza l’Inno di Mameli in caso di oro.

“Un danno di immagine enorme e senza precedenti, sotto gli occhi di tutto il mondo. Un fatto gravissimo, che la dice lunga sulla necessità di chiudere quanto prima questa lunga e quasi infinita crisi politica e di avere finalmente un governo operativo e all’altezza della situazione”. Questo il commento dell’onorevole di Forza Italia Annaelsa Tartaglione. “Mi auguro – aggiunge  – che non si perda altro tempo e che la questione venga risolta in tempo. Un Paese come il nostro, che ha scritto la Storia dello sport, non merita tutto questo. Le ricadute – conclude – sarebbero devastanti non solo dal punto di vista agonistico, in gioco c’è la credibilità di una Nazione e la dignità di un popolo”.

Ma non finisce qui. Se la situazione non dovesse risolversi, potrebbero essere messi in discussione anche i finanziamenti del Comitato olimpico internazionale per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina, previste nel 2026, che rischierebbero quindi di saltare. Un ennesimo schiaffo alla lunga e gloriosa tradizione sportiva italiana.

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