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Di Pardo, sangue ‘cambuasciano’, debutta nella Juve di Pirlo

Il 21enne Alessandro è sceso in campo ieri sera in Coppa Italia (“Un sogno che si avvera). Suo padre, Vincenzo Di Pardo, lasciò Campobasso subito dopo la laurea.


di Maurizio Cavaliere

Era dato nell’undici di partenza, poi Pirlo deve aver pensato che cambiare troppo la Juve poteva essere un rischio. Così Alessandro Di Pardo, 21 anni da Rimini, ma sangue molisano (papà  Vincenzo è campobassano verace) si è accomodato in panchina, probabilmente con il cuore in tumulto per quell’esordio in prima squadra che sembrava cosa fatta.

Pirlo, che ne apprezza qualità sportive e umane, lo avrebbe mandato in campo a ripresa inoltrata, ma l’infortunio di Bernardeschi a fine primo tempo ha accelerato i tempi. Così Alessandro ha fatto il suo debutto ufficiale in prima squadra al primo minuto del secondo tempo. Contro la Spal, la squadra gli ha spalancato le porte del paradiso bianconero.

NIcolò Fagioli, suo compagno nell’Under 23 bianconera, e già in campo, sorride vedendolo arrivare. E gli dà un caloroso ‘5’ che Alessandro ricambia con un gesto quasi meccanico. Guarda già la fascia destra, che dovrà presidiare in tutti i suoi 105 metri, come nelle sue caratteristiche tattiche. Lo farà molto bene, alleggerito nel compito dal punteggio già ampiamente favorevole alla Juve. Due anticipi, diverse sgroppate, passaggi puntuali verso i compagni, un fallo netto subito ma non fischiato dall’arbitro (forse per il vantaggio) e poi la cosa più bella forse per lui: gli abbracci, stavolta sul campo,  con i compagni di squadra dopo i gol di Kulusewski e Chiesa. Ciliegina sulla torta dell’esordio (lo abbiamo sentito distintamente, prodigi, si fa per dire, del calcio senza tifosi) Buffon che gli grida: “Vai ‘Dipa’, pressa alto”. Non male per il ragazzo nato terzino nelle giovanili del Rimini, poi spostato più avanti, e ingaggiato dalla Spal Primavera, prima del passaggio alla Juve  l’anno successivo. Era il 2017. Ottimo finora il suo rendimento con la Under 23 bianconera in Lega Pro, frenato solo quest’anno dalla positività al Covid.

Terzino, mezzala di movimento, mediano e giocatore a tutta fascia. Può essere impiegato in tutti i ruoli questo ragazzo, un bel vantaggio per i suoi allenatori, Pirlo compreso, il quale lo convoca in prima quadra il 21 novembre anche se Di Pardo aveva già incrociato i tacchetti dei ‘big’ negli anni scorsi. La settimana passata negli spogliatoi la Supercoppa italiana. Lui, la Coppa, Chiellini, Ronaldo e gli altri campioni.

Mancava solo l’esordio che è arrivato ieri sera in Coppa Italia, con il numero 36 sulle spalle. Per la gioia dei suoi genitori, in particolare di papà Vincenzo, campobassano che ha lasciato il Molise dopo la laurea in Psicologia. Vincenzo Di Pardo, infatti, dopo aver vinto un concorso, nel 1987 si è trasferito a Rimini dove è rimasto e ha incontrato l’amore. Oggi è responsabile dell’area educativa della Casa Circondariale di Rimini e si interessa di importanti progetti rieducativi dei detenuti. Tante soddisfazioni per lui, compresa la gioia dei due figli Beniamino e Alessandro. Ma forse quella più bella è arrivata ieri sera: perché vedere un figlio esordire nella Juventus deve essere fantastico. Gioisce naturalmente anche Alessandro  che ha scritto così sul suo profilo Instagram: “Contento per il mio esordio con questa maglia, un sogno che si avvera! Semifinale #Finoallafine”. Chissà dove lo porteranno ora il destino e il calcio. Magari subito un anno di esperienza in serie B oppure anche più in alto, chissà. Lo speriamo. In ogni caso il futuro è suo. In bocca al lupo, Alessandro. E complimenti a papà Vincenzo, uno dei tanti molisani veraci emigrati altrove, come Pasquale Cutrone, il papà di Patrick, campobassano pure lui. Due storie simili. Due belle storie.

 

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Maurizio

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