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Concerto con 5mila persone in mascherina: la cultura sfida il Covid

E’ accaduto ieri sera a Barcellona. Quando una persona risultava negativa, il pass d’ingresso scaricato su un’applicazione sul suo telefono veniva convalidato. Solo 6 spettatori sono risultati positivi e non hanno potuto partecipare. Se la Spagna riapre alla cultura, in Italia continuano le iniziative di protesta contro le restrizioni: in mattinata occupato il Teatro Grassi di Milano


Un concerto con 5mila persone è stato organizzato ieri sera a Barcellona: è la prima volta dall’inizio dell’epidemia da coronavirus. L’esibizione della band indipendente Love of Lesbians si è svolto nel Palau de Sant Jordi, che di solito ospita fino a 24.000 spettatori. L’evento, come riporta l’agenzia Adnkrons, aveva lo scopo di testare se iniziative simili, con rigide misure igieniche, possano essere sicuri nonostante la pandemia. “Benvenuti a uno dei concerti più commoventi della nostra vita”, ha detto la cantante Santi Balmes salutando il pubblico.

Prima e durante il concerto erano in atto misure rigorose, sotto la supervisione di medici. Tutti i membri del pubblico hanno dovuto sottoporsi a un test antigenico in uno dei tre centri allestiti prima dell’evento: i risultati sono arrivati in 10-15 minuti tramite una app sul cellulare di ognuno. Solo sei dei 5.000 test hanno dato risultati positivi, secondo un rapporto del quotidiano La Vanguardia. Il tampone, così come la mascherina, erano inclusi nel prezzo del biglietto.

All’evento potevano partecipare solo le persone registrate tra i 18 ei 65 anni con smartphone in grado di ricevere i risultati del test. Gli spettatori inoltre dovevano acconsentire alla condivisione dei propri dati con il ministero della Salute. C’erano tre zone e ingressi separati per assistere al concerto: non era possibile spostarsi da una zona a un’altra. Ma tra gli spettatori, che dovevano indossare la mascherina, non era necessario il distanziamento.

Se a Barcellona si è tornati a ballare, in Italia si susseguono le iniziative di protesta contro le restrizioni che proseguiranno almeno fino al 30 aprile.

Una cinquantina di persone, tra lavoratori del coordinamento spettacolo della Lombardia e studenti, questa mattina ha occupato il cortile del Piccolo Teatro Grassi di via Rovello, in pieno centro a Milano. Per l’azione di protesta contro la chiusura delle istituzioni culturali hanno scelto – spiegano a Rai news – una data non casuale: oggi è infatti la giornata mondiale del teatro. “Un Parlamento Culturale Permanente per riportare il lavoro delle attività culturali come urgenza sociale, perché sia prioritaria per il governo”. Questo il messaggio lanciato dal Coordinamento Spettacolo Lombardia.

L’iniziativa, denominata ‘Prove per uno spettacolo vivo’ ha l’obiettivo di richiamare l’attenzione sul settore, spiega la pagina Facebook del Coordinamento, “per costruire una ripartenza sostenibile da tutti, a partire dai più fragili, considerando il Lavoro come centralità e motore di tutte le categorie, non solo del settore culturale”. “A questa azione partecipano anche le studentesse e gli studenti delle Scuole, delle Università e delle Accademie di Milano come parte integrante e fruitrice del mondo della Cultura. Saranno al nostro fianco oggi per non diventare i precari di domani. ‘Prove per uno spettacolo vivo’ è un gesto artistico e politico che rivendica lo spazio che da più di un anno è stato negato alla Cultura, per discutere/denunciare le contraddizioni che la pandemia ha fatto emergere duramente nella nostra società”.

 

Redazione

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