Demonologo francescano, fu inquisitore e scrisse opere in cui condannò quei comportamenti sessuali che riteneva gravemente peccaminosi
Ludovico Maria Sinistrari è stato un frate e scrittore piemontese, nato ad Ameno, in provincia di Novara, il 26 febbraio 1622. Studiò lettere a Pavia e, nel 1647, entrò nell’Ordine Francescano. Insegnò filosofia e teologia, fu consigliere della “Sacra Congregazione della Romana e Universale Inquisizione” e veniva considerato un esperto di demonologia e di esorcismo. Si interessò di diavoli e streghe, di incubi e succubi. Nelle sue opere, condannò quei comportamenti sessuali che, nell’ottica d’una rigida posizione religiosa seicentesca, egli riteneva gravemente peccaminosi, quali la sodomia e, più in generale, l’omosessualità.
Fra i suoi scritti, si ricordano: De daemonialitate et incubis et succubis (manoscritto del 1680), Practica criminalis illustrata (1693), De delictis et poenis tractatus absolutissimus (1700), Peccatum Mutum (stampato postumo nel 1893).
Nel menzionato manoscritto del 1680, che fu pubblicato a Parigi, dapprima in francese (1876) quindi in latino e inglese (1879), trattò degli Incubi e dei Succubi, di cui due secoli prima si erano già occupati il tedesco Heinrich Kramer e lo svizzero Jacob Sprenger, entrambi inquisitori del Quattrocento.
Nell’antica Roma, con il sostantivo latino succuba si indicava una donna-demone che ‘fascinava’ gli uomini per avere ripetuti rapporti sessuali. Nei racconti mitici, le donne-succubi assorbivano l’energia degli uomini dal loro sperma, spesso causandone la morte.
Secondo il Malleus Maleficarum di Kramer e Sprenger (1487), nel «compiere l’atto sessuale i demoni maschi sono Incubi e le femmine Succubi». Le Succubi giacevano con gli uomini per impadronirsi del loro seme, che poi sarebbe stato utilizzato dagli Incubi per fecondare le donne. Infatti, i demoni-maschi (Incubi) non potevano procreare perché privi di liquido seminale, pertanto glielo procuravano le Succubi.
Ludovico Maria Sinistrari morì il 6 marzo 1701.
A.G.
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