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Strada dei Parchi, la società rigetta le accuse di ‘Salviamo l’Orso’: falsità e allusioni

“Come concessionari autostradali, siamo in prima linea nella tutela della fauna ma soprattutto nel garantire i massimi standard di sicurezza per i nostri Clienti e lo testimoniano venti anni di gestione. Ben prima dei fantomatici e ampiamente romanzati attraversamenti dell’orsa Amarena”, scrivono dalla Toto Holding


ROMA. Strada dei Parchi respinge al mittente le falsità e le allusioni contenute nella nota diramata questa mattina dell’associazione ‘Salviamo l’Orso’. “Il recente investimento di un giovane cervo in A25 tra Popoli e Sulmona ci scuote e ci spinge a fare di più e meglio per prevenire gli attraversamenti faunistici sulle nostre autostrade che, lo ricordiamo, lambiscono tre parchi nazionali e ben due parchi regionali. Come concessionari autostradali, siamo in prima linea nella tutela della fauna ma soprattutto nel garantire i massimi standard di sicurezza per i nostri clienti e lo testimoniano venti anni di gestione. Ben prima dei fantomatici e ampiamente romanzati ‘attraversamenti’ dell’orsa Amarena”, scrive la Toto Holding, azienda che gestisce la struttura.

“Per prevenire questi episodi – spiegano – nel 2015 abbiamo implementato, primi in Italia, una speciale procedura di monitoraggio degli animali vaganti con le Prefetture competenti, un primato che ci è stato riconosciuto dalla Federazione Italiana Imprese di Servizi. Monitoraggio che, come concessionari – ricordano dall’azienda – ci compete solo per le pertinenze della sede autostradale ma che, a monte, ricade sulle Regioni e sugli Enti incaricati. Soprattutto in tempi in cui si vanno ampliando in modo imprevedibile gli habitat e mutano gli itinerari della fauna selvatica, anche a ridosso di aree fortemente antropizzate, come testimoniano recenti episodi, tristemente frequenti, di investimenti su strade e autostrade in tutto il territorio nazionale”.

Accanto alla prevenzione, sottolinea la Toto Holding, “operiamo un costante controllo, quello delle reti, sprezzantemente definite “ridicole” dall’associazione, ma che sono quelle standard, previste dalla normativa nazionale e regolamentate da direttive ministeriali. Ispezioni capillari che sono eseguite dai nostri tecnici almeno una volta al mese sull’intero tracciato e in cui vengono segnalate e immediatamente riparate tutte le falle. Siamo lontani anni luce dalle centinaia di metri di cui ci accusano i fantasiosi estensori della nota”.

“D’altro canto – prosegue l’azienda – come gestori di un’autostrada di montagna ‘speciale’, nel cuore della Regione verde d’Europa, siamo consapevoli che le norme nazionali non sono sufficienti e vanno superate. Recinzioni efficaci contro cani, cinghiali e piccoli mammiferi non bastano a contenere cervi e orsi. Proprio per questo ci siamo impegnati in una costante e proficua collaborazione con il Pnalm per individuare gli strumenti più opportuni ad impedire questi attraversamenti eccezionali. La rete elettrificata installata nel territorio di Ortona dei Marsi è il primo tassello di questa collaborazione, che vede SdP impegnata nel monitoraggio e nella fornitura dell’energia necessaria all’alimentazione”.

“A fine luglio – ricordano dalla Toto Holding – abbiamo raggiunto un’ulteriore intesa per l’installazione di 87 km di nuove recinzioni, espressamente disegnate per impedire l’attraversamento della fauna delle locali riserve naturali, di ogni taglia. Sono trascorsi quattro mesi dalla firma, la metà degli otto denunciati dall’associazione, e il progetto di un primo lotto di 4 km da installare nella frazione di Carrito è stato completato, condiviso con Pnalm e Ispra, trasmesso il 13 settembre al commissario straordinario per l’approvazione e l’erogazione del relativo finanziamento a valere sul fondo complementare al PNRR, iter non ancora concluso. Contestualmente è stata avviata la progettazione dei successivi lotti”.

“L’intesa con il Pnalm, d’altra parte, non è la sola misura prevista, ma è tra gli interventi programmati nel Piano Economico Finanziario. Lavori per la messa insicurezza dell’autostrada e PEF che sono certamente in colpevole ritardo, ma per le indecisioni del Governo. Indecisioni che nemmeno i due commissari, straordinario e ad acta, sono riusciti a vincere dopo oltre un anno e mezzo dalla loro nomina. Caso unico peraltro nel nostro Paese, in cui lo Stato è stato commissariato dal Consiglio di Stato per non aver ancora concluso quanto stabilito dalla Legge 228 del 2012, dopo il terremoto dell’Aquila. I ritardi e ogni eventuale e conseguente responsabilità, per quanto riguarda la sicurezza di A24 e A25, derivano dal mancato avvio degli interventi necessari, e non sono dunque imputabili a Strada dei Parchi”, conclude la nota di Toto Holding.

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Pietro

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