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Lupi, questione d’onore? No, la tegola sono gli infortuni

Dopo l’ennesimo pareggio, la squadra è due punti sopra la zona playout e parte della tifoseria, quelli che mugugnano, non si è ancora sintonizzata sulle frequenze reali del campionato. A complicare i piani di Cudini sono stati i forfait in serie dei giocatori su cui è stata costruita la promozione dell’anno scorso: Menna, Candellori e ieri pure Dalmazzi, praticamente la spina dorsale rossoblù.

di Maurizio Cavaliere

“Onorate questa maglietta”: questo è il coro partito da una parte della curva Scorrano ieri sera dopo Campobasso-Virtus Francavilla Fontana 2-2. L’ennesimo pareggio casalingo (il quarto di fila dopo il ko col Bari) è stato digerito con difficoltà da alcuni tifosi rossoblù. Normale amministrazione per una squadra che sa di non aver capitalizzato un’altra occasione per incamerare i tre punti pieni.

All’indomani del match, la considerazione è soprattutto una: il calendario offriva ai rossoblù il doppio turno casalingo. Ebbene, il risultato complessivo non è stato entusiasmante: due punti ottenuti e una classifica che non sorride più come un mese fa. La distanza dalla zona playout si è assottigliata talmente tanto (due punti) che è come se ci fossimo già dentro. Sarebbe bene prenderne atto nell’ambiente, dove per ambiente non intendiamo squadra e società.

Delusione comprensibile, a parte, il Campobasso è in fase involutiva rispetto all’avvio di stagione, ma la maglia i giocatori l’hanno sempre onorata, su questo non dovrebbero esserci dubbi. Solo una volta la squadra è stata nettamente al di sotto delle attese. E’ successo a Latina due settimane fa. Un solo neo in 16 partire è un po’ pochino per imputare al gruppo rossoblù lo scarso attaccamento che, dietro la locuzione un po’ retorica, si traduce in scarsa professionalità, accusa un po’ pesante.

Alla vigilia di questo campionato si navigava un po’ tutti al buio: tecnici, giocatori, tifosi e addetti ai lavori. Ma su un dato si era tutti d’accordo: al Campobasso si chiedeva di giocare al massimo delle proprie possibilità e di salvarsi senza passare dai playout. Dopo quasi un girone intero (mancano solo le gare con Vibonese, Catanzaro e Potenza) i punti sono pochini (18) ma la squadra è nettamente in corsa per l’obiettivo prefissato. E ci sono pure un po’ di attenuanti di peso da considerare. Innanzitutto l’inesperienza del gruppo composto da quasi tutti esordienti fra i ‘pro’, poi l’età media bassissima dei giocatori, infine i continui infortuni. Ieri mancavano tre titolarissimi e fedelissimi di Cudini: Candellori a centrocampo, Menna e Dalmazzi in difesa. Praticamente più di mezza fase difensiva in infermeria. Sono assenze pesanti per una squadra inesperta come il Campobasso, squadra plasmata su uomini che, più o meno, sono sempre gli stessi. Cudini si è dovuto inventare diverse soluzioni per ovviare ai forfait. Non è un alibi, per i risultati non proprio positivi dell’ultimo mese, ma se prima i gol incassati erano nella norma, e oggi il Campobasso è (con Legnago e Pergolettese) la peggiore difesa di tutta la serie C (compresi i gironi A e B) è anche colpa della malasorte che ha messo fuori causa come pezzi del ‘go down’ il mediano più concreto e i due difensori centrali titolari, quelli sui quali il Campobasso ha costruito la promozione dell’anno passato e gli stessi atleti che incitano e ‘calibrano’ gli umori giovanili degli esterni di difesa che sono, appunti, poco più che ragazzi (Pace, Vanzan e Fabriani hanno un’età media di meno di 21 anni).

Gli infortuni si pagano spesso a caro prezzo. Succede per le squadre di serie A con le panchine lunghissime (pensiamo al Napoli post Osimhen o alla Roma di Fonseca l’anno scorso, terza fino a tre quarti di stagione, poi in discesa libera dopo una catena di infortuni eccellenti). Non tutti i tifosi considerano tali fattori ed è un peccato, soprattutto perché è certamente più utile e produttivo che i tifosi siano sempre con la squadra che non il contrario.

Per avere un quadro più nitido della situazione occorrerà verificare il comportamento dei lupi nelle ultime tre gare del girone d’andata. E, soprattutto, sperare che gli ‘acciaccati’ di oggi, siano presto di nuovo a disposizione del tecnico. Tra i probabili ritorni in campo c’è quello di Davide Di Francesco il quale era partito con il turbo: tre reti prima dell’infortunio. Quello che manca forse, al Campobasso, è la possibilità di far giocare atleti che il campo lo vedono poco: per esempio Emmausso e Parigi davanti e lo stesso Ladu per farlo rientrare nei ranghi al 100 per 100. Sono aspetti che sembrano dettagli, ma che in questo momento sono importanti, dal momento che darebbero a Cudini la possibilità di sperimentare uno scacchiere diverso e di plasmarlo anche in base all’avversario di turno. Invece, di fatto, giocato spesso gli stessi atleti e alla lunga la fatica si farà senz’altro sentire.

Parte domani un’altra settimana di passione, perché all’orizzonte c’è l’ultima in classifica a quota 10 punti e una sola vittoria in 16 partite, ma andarci leggeri, questo dovrebbero averlo capito tutti, sarebbe un peccato mortale.

 

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Maurizio

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