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Tutela del tartufo, Federico: nessuna esclusione del Molise, ma manca marchio d’identità regionale

Il deputato del Movimento 5 Stelle: polemiche infondate


CAMPOBASSO-ISERNIA. “Vorrei rassicurare i raccoglitori e i produttori molisani di tartufi: in Senato al vaglio non c’è alcuna proposta che intende escludere il Molise dalla tutela del tartufo che è e resta patrimonio dell’economia regionale”.

Lo afferma Antonio Federico, portavoce del Movimento 5 Stelle alla Camera dei deputati, che interviene sul disegno di legge di iniziativa parlamentare al momento in discussione in commissione Agricoltura al Senato. Un intervento che fa seguito all’allarme lanciato dal senatore Fabrizio Ortis (ex M5s) sul tema dopo un incontro in videoconferenza con le associazioni di settore e con la deputata calabrese Rosa Silvana Abate. Allarme raccolto anche dall’onorevole di Forza Italia Annaelsa Tartaglione, che ha parlato di errore gravissimo cui porre rimedio.

“Il ddl – spiega il deputato molisano – disciplina, tra le varie attività, la cerca, la raccolta e la coltivazione. L’articolo 6, per questo, prevede un elenco delle specie e delle varietà tartuficole che possono essere raccolte e destinate al consumo nel territorio nazionale. Nell’elenco, si legge, figurano anche il ‘Tuber magnatum Pico, detto volgarmente tartufo bianco pregiato (o anche tartufo bianco del Piemonte o di Alba e tartufo banco di Acqualagna)’ e ‘il Tuber melanosporum Vitt., detto volgarmente tartufo nero pregiato (o anche tartufo nero di Norcia o di Spoleto)’. Questo, però, non vuol dire che sono sottoposti a tutela i soli tartufi del Piemonte o dell’Umbria, perché la tipologia del tuber magnatum, ad esempio, è presente anche in Molise”.

“Per superare questa ambiguità – continua il deputato – basterebbe avere un marchio identificativo del tartufo molisano. E questo potrà avvenire quando il Consiglio regionale approverà la proposta di legge che ha come relatore il consigliere del Movimento 5 Stelle, Vittorio Nola. La proposta, tra le altre cose, istituisce appunto un marchio di identità per i tartufi raccolti sul territorio regionale e ha già avuto l’ok in Commissione. Ora, quindi, l’auspicio è che arrivi subito in Aula per essere discussa e varata.

Detto ciò, aggiungo un altro particolare: ai fini del disegno di legge in discussione in Senato è molto probabile che i nomi di Alba e Norcia presto spariranno, perché non riconosciuti dall’Unione europea come denominazione d’origine in quanto privi dei relativi disciplinari.

Insomma – termina Antonio Federico – il tartufo molisano resta tutelato anche nella proposta al vaglio, quindi ritengo semplicemente infondate, se non inutili, le polemiche di queste ore sul tema”.

Pasquale

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